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“Un nuovo allenatore arriverà, state tutti tranquilli”. Alla luce di questa rassicurazione del presidente Agnelli, pronunciata nel giorno del congedo da Allegri, fa però specie la grande confusione che si è creata attorno alla panchina della Juventus.

Ad osservare la situazione da fuori, sembra davvero che alla Continassa regni l’anarchia più totale, che non si abbia proprio idea su chi affidare la guida della squadra. Ripeto, questa è l’impressione percepita all’esterno, magari Nedved e Paratici hanno invece già individuato i candidati, stanno semplicemente facendo le loro ultime valutazioni e si divertono un mondo a vedere quanto, all’esterno, si annaspi e si proceda a tentoni sul possibile nuovo tecnico.

I nomi dei candidati sono arrivati ormai a undici: Guardiola, Conte, S.Inzaghi, Mihajlovic, Sarri, Deschamps, Klopp, Pochettino, Mourinho, Paulo Sousa ed è stato pure ripescato Zidane. Resto convinto che la scelta sia ormai ristretta a due nomi, ovvero quelli di Inzaghi e Conte, col primo già bloccato e il secondo in lista di attesa (o meglio, in attesa che Agnelli si convinca a riprenderlo). Sugli altri, monitoriamo le singole situazioni.

Considerando che il campionato terminerà domenica prossimo, e l’intera stagione europea ufficialmente quella dopo, non è da escludere che in società si voglia attendere l’esito delle due finali per magari approfondire i contatti con 3 dei 4 allenatori coinvolti. Nell’ordine: Klopp, Pochettino e Sarri.
Il tecnico tedesco sarebbe il profilo perfetto, per carisma e immagine, a cui affidare la guida tecnica della Juve ed anche uno tra i più apprezzati in casa Agnelli, ma resta da capire (direttamente da lui) cosa intenda fare dopo la Champions, a prescindere dall’esito della finale al Wanda, se proseguire ancora col Liverpool o cambiare.

Così come resta da chiarire se davvero Pochettino consideri chiusa la propria esperienza al Tottenham, oppure il suo annuncio di possibile divorzio sia stato solo il pretesto per migliorare le proprie condizioni economiche con gli Spurs. Tra l’altro, il tecnico gaucho-piemontese è legato al club londinese ancora per una stagione e per liberarlo è richiesto il pagamento di una clausola da 30 milioni. Ce l’avrebbe pure Klopp, da 38.5mln. E tra il Pocho e il tedesco, alla Juve non avrebbero dubbi quale pagare.

Sarri viene dato da molti in pole, e pure per lui si attenderebbe l’esito della finale di Europa League prima di affondare il colpo col Chelsea. A titolo personale, nutro dubbi sul fatto che un personaggio del genere, col filtro masticato della sigaretta sempre in bocca, la barba incolta e perennemente in tuta, possa sposarsi con lo stile Juve: significherebbe dovergli mettere a disposizione un sarto, un barbiere e un maestro di bon-ton. Un vero e proprio restyling, tipo quello fatto alla Panda. Alla Juve l’abito fa ancora ed eccome il monaco.

Guardiola è quello più gettonato tra i tifosi juventini ed è pure un altro pallino di Agnelli, ma al di là dei pseudo avvistamenti a Caselle, mi pare che Pep sia stato chiaro tutte le volte che la stampa britannica l’ha interpellato sulla sua possibilità di lasciare il City: “L’anno prossimo resto di sicuro qui”. Su quello successivo avrebbe anche dato una propria disponibilità di massima a trasferirsi alla Juve, ma è un puro impegno formale. Vale la pena fidarsi e aspettare, affidando la squadra ad un traghettatore? E chi accetterebbe di scaldare la panchina allo spagnolo? Forse solo Baldini della Primavera.

Un altro avvistato di recente tra Caselle, JMedical (da quando un allenatore si sottopone alle visite mediche?) e casa Agnelli è stato Josè Mourinho, sponsorizzato da Mendes e Ronaldo, che però quando lo ebbe a Madrid non ci andò troppo d’accordo. Tutto scordato? Mah.. Inoltre il portoghese appartiene pure lui ad una scuola calcio sorpassata, e i suoi recenti (e scarsi) risultati a Manchester con lo United sono lì a dimostrarlo. Lo escluderei.

Così come non intravedo all’orizzonte un divorzio imminente di Zidane dal Real, soprattutto non vedo un dissidio insanabile tra lui e Florentino Perez, che lo ha rivoluto a tutti i costi e lo sta riempiendo di milioni. Le sue recenti frizioni mi paiono più legate al fatto di voler piazzare il figlio in rosa come secondo portiere che ad altro. Inezie.

Nell’anno dell’Europeo, da disputare da campione del mondo in carica, vedo altrettanto improbabile un Deschamps che abbandoni la nazionale francese col consenso della Federazione transalpina.
Sui nomi di Mihajlovic e Sousa mi limito a stendere un pietoso velo. Ecco, entrambi potrebbero al massimo fare i traghettatori in attesa del Pep, non che la Juventus inizi con loro un percorso a lungo termine. Va bene tutto, ma come diciamo noi a Torino, esageruma nen