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Avrei preferito non ritornare più su questo argomento, ma visto che a più di 2 settimane di distanza dal fattaccio i diretti interessati continuano a ritirarlo fuori, allora lo faccio pure io. Malvolentieri, ma dopo il nostro editorialista Omar Savoldi lo devo fare anch’io, perché non è ammissibile continuare a farsi prendere in giro in questo modo da AIA e FIGC.

Il fattaccio è noto ed è il gol annullato alla Juventus nel finale di gara con la Salernitana per un fuorigioco inesistente, dimostrato da una serie infinita di immagini. Quelle che Rocchi continua a dire di non aver avuto a disposizione e permettere ai suoi arbitri di poter valutare in maniera oggettiva l’episodio. Lo ripete a random, dando sempre più l’impressione di avere la coda di paglia, altrimenti si sarebbe scusato e preso in seria considerazione l’opportunità di rigiocare la partita, come avviene già in altre federazioni. Tra l’altro il presidente della Salernitana, Iervolino, aveva pure dato la propria disponibilità.

Invece no, lui e Gravina si ostinano a parlarne, non per ammettere il clamoroso errore, ma per giustificarsi. Anzi, fanno pure gli offesi, perché l’aver messo in dubbio la loro buonafede gli procura fastidio.

Prendiamo pure per buona la tesi che a Lissone non disponessero quella sera dell’immagine ripresa con la telecamera giusta, perché era spenta o del tutto inesistente, chi era in sala Var non avrebbe dovuto “inventarsi” proprio un bel niente, come sostiene il designatore: bastava si fossero affidati agli occhi del guardalinee, che era in campo ed aveva potuto rilevare de visu la posizione di Candreva che teneva in gioco Bonucci. È stato interpellato? No. A Lissone non l’hanno nemmeno preso in considerazione, quasi non esistesse.

Ecco perché, caro Rocchi, lei avrebbe dovuto “crocifiggere” lo stesso due dei suoi, perché in mancanza dell’occhio elettronico avevano a disposizione quelli umani, e se lo avessero fatto di sicuro non ci sarebbero poi state tutte le polemiche che hanno disturbato così tanto lei e il presidente federale. A meno non si decida che la quaterna arbitrale in campo non conti più nulla e valga solo ciò che vedono in sala var. Perché ormai è già così.

Non regge nemmeno la giustificazione che le immagini in questione vengono prodotte per la televisione e non per il var, perché quella che sarebbe servita –  a campo largo -  c’era, l’hanno mostrata proprio in tv la medesima sera tutti i broadcaster detentori dei diritti tv. Sarebbe bastato chiedergliela. O forse non funziona così, e allora andrebbero rivisti in toto i termini di servizio, perché non si può considerare il VAR alla pari della Cassazione se poi non dispone di tutte le immagini necessarie per prendere una decisione. In questo modo si danneggiano le squadre e si falsano i campionati.
Quest’ultimo aspetto dovrebbe interessare soprattutto la Federcalcio, invece il suo presidente si preoccupa di giustificare gli arbitri anche quando commettono errori madornali, definendo strumentali le critiche.

A vantaggio poi di chi e di cosa? Il principale danneggiato, la Juventus, non ha nemmeno presentato ricorso (sbagliando), quindi con chi ce l’ha il presidente federale? Con quella stampa che ritiene  – prova documentale alla mano - sia stata presa una decisione sbagliata ? Quella sera a Torino così come il giorno dopo dall’AIA, con quell’assurdo comunicato scaricabarile avallato pure dalla Figc, che proprio col suo presidente ha minimizzato l’accaduto, bacchettando chi si era permesso di urlare allo scandalo anziché gli arbitri autori del gran casino.

L’errore è stato grave e inammissibile in epoca Var, lo diventa ancora di più quando si decide di destituire di ogni potere arbitri e guardalinee, relegati a comparse, e di omologare il risultato di una partita palesemente falsata. Non riuscire ad ammetterlo, lavandosene le mani (“non avevamo l’immagine”) e scaricando le colpe su altri , per giunta impermalosendosi se qualcuno grida al Re nudo, è la più classica presa in giro impacchettata col fiocco.