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Stavolta non è Turone. A scaldare come si deve Roma Juventus c’hanno pensato il solito Mourinho e, tanto per cambiare, qualche verbale dell’inchiesta Prisma uscito in settimana dalla Procura di Torino (o dalla FIGC) . Guarda la combinazione, proprio quelli sulle deposizioni di due ex bianconeri, la stellina Dybala e il segretario generale della Juventus, Maurizio Lombardo, passati entrambi alla AS Roma.

Dopo l’area di rigore Juve di 25 metri (ve la ricordate? Era il 2010) gli “sero tituli” e altre mourinhate in serie, adesso Mou si è inventato la juventinità dell’arbitro Serra , il quale – a sentire la versione dell’uomo di Setùbal - martedì scorso a Cremona lo avrebbe fatto espellere apposta per impedirgli di essere in panchina domenica prossima contro la Juve. Tutto questo non sarebbe nient’altro che il frutto di un teorema: il quarto uomo Serra è di Torino, quindi tifa Juve ed ha voluto farle un favore. Ma non ci hanno detto, stradetto e ripetuto , anche attraverso improbabili sondaggi, che a Torino sono tutti granata e che gli juventini risiedono nel resto d’Italia e del mondo? Serra sarebbe quindi uno de pochi juventini sopravvissuti in città.

Detto ciò, è altrettanto confutabile l’altra equazione, ovvero Mourinho = vittoria, ed a confermarcelo è stata proprio la Cremonese, che contro la Roma si è tolta la soddisfazione di vincere ben 2 volte, sempre col portoghese presente in panchina: in Coppa Italia, per giunta all’Olimpico, e in campionato , dove finora non era ancora riuscita a vincere una partita. Quindi, che ci sia Mou o il suo vice Foti (che ha appena finito di scontare pure lui una squalifica) cambia davvero poco. Quello che non cambierà mai è proprio Mourinho, sempre con la scatola dei fiammiferi in tasca e pronto ad appiccare incendi non appena in campo gli gira male. A maggior ragione se il prossimo avversario si chiama Juventus.

Stavolta, però, non è da solo. A dargli una mano ci ha pensato la manina che ha fornito ai giornali, proprio nella settimana di Roma – Juve, qualche verbale scottante dell’inchiesta Prisma. Tipo il verbale di Dybala, che probabilmente la marcia indietro della ex dirigenza Juve sul suo contratto non l’ha ancora digerita. Basta leggere cosa ha detto agli inquirenti sul suo stipendio: “La Juve mi deve ancora 3.7 milioni. Non voglio arrivare a farle causa, ma quei soldi me li devono dare”. Tanto più, aggiungiamo noi, che per quella “side letter” firmata pure dal giocatore, l’argentino rischierebbe la squalifica. Un ulteriore motivo di rivalsa verso l’”ingrata” Madama che lo scaricò quando lui meno se lo sarebbe aspettato, ed anche per questo ha in mente di chiedere un risarcimento. Brutta gente, gli amanti traditi.

Ma il documento più scottante è il verbale di Lombardo, che tutte le cosiddette “side letter” (ovvero, gli accordi o patti con giocatori e club) li custodiva personalmente in una valigetta, ed erano tutti documenti “che era meglio non uscissero” perché mai depositati in Lega. Adesso andrà capito se accordi privati -scritti e sottoscritti consensualmente da entrambe le parti (ma non iscritti a bilancio) - possano essere considerati dolosi o no, lo stabilirà il giudice nel processo penale. Intanto il procuratore federale Chiné aggiunge altra documentazione alla seconda tranche della propria inchiesta e prepara il suo secondo affondo. Mentre il clima di Roma-Juve ribolle, anche senza rinominare Turone.