commenta
Comincia bene Milan–Juve. C’era un arbitro designato, Daniele Orsato, ma è indisponibile (forse perché positivo al Covid) e allora adesso ci sarà Di Bello. A voler essere maliziosi, un direttore di gara magari meno “sgradito” del fischietto di Schio, la cui designazione aveva già provocato mal di pancia a tanti, a Milano e non solo lì. Soprattutto perché arrivava dopo il polverone scatenatosi per l’arbitraggio di Milan–Spezia, non ancora del tutto digerito dalle parti di Milanello. 
Orsato, purtroppo per lui, si porta addosso la nomèa popolana di essere un fischietto pro Juve. Un’etichetta appiccicatagli dai tifosi interisti insieme a quelli napoletani, con la complicità delle Iene, dopo quell’Inter–Juve del 2016, causa quel doppio giallo non dato a Pjanic e che – secondo la vulgata – avrebbe fatto perdere la partita all’Inter e lo scudetto al Napoli. Non solo, è pure quello che nell’ultimo Juve-Roma fece come Serra: non diede il vantaggio ai giallorossi, annullando loro una rete e assegnandogli un rigore, poi sbagliato da Veretout.  
Se ne sono ricordati in tanti, forse troppi, e magari – ma è solo una supposizione, sia chiaro – si è preferito evitare un nuovo incrocio tra Orsato e la Juventus, con di mezzo pure il Milan, ancora risentito per l’ultimo arbitraggio di Serra. O magari non se l’è sentita Orsato stesso di arbitrare una gara così delicata dopo quanto accaduto lunedì scorso al Meazza e ha dato forfait. Oppure sta davvero male. Alla fine, Milan–Juve la dirigerà un altro. 
E sarà comunque un arbitraggio complicato per chiunque, causa appunto “effetto Serra”: dovesse mai il direttore di gara prendere una decisione sfavorevole al Milan, diranno che esiste un accanimento contro la squadra di Pioli e che – nonostante le scuse (seppur non ufficiali) fatte dopo la gara con lo Spezia – l’AIA vuole fargli perdere lo scudetto. E, ovviamente, aiutare la Juventus a risalire in classifica. 
I medesimi timori, però, potrebbe averli la Juve, ovvero di dover pagare sulla propria pelle l’errore di Serra a danno del Milan. Tra l’altro: un gol annullato a gioco fermo. Aggiungo: con la discrezionalità, consentita dal regolamento arbitrale, di poter fischiare un fallo e non assegnare il vantaggio. Proprio per questo le scuse di Serra e del delegato Aia Gervasoni le ho trovate eccessive, oltre che fuori luogo. 
Il Milan n’é uscito però come la vittima (nonostante 2 gol presi da polli dallo Spezia), quindi, guai adesso sbagliare di nuovo. Soprattutto in Milan–Juve. Infatti c’è già chi sui social – quasi come mònito - ha riesumato il gol di Muntari del 2012, anche se oggi con goal-line technology e Var è impossibile si possa verificare un episodio come quello. Così come, altrettanto, non potrebbe più essere annullata una rete regolare come quella di Matri in quella medesima partita, e che in tanti dimenticano. Tifosi e addetti ai lavori. “Eh, ma il gol di Muntari era clamoroso, quello di Matri questione di millimetri” si giustificano. Già, ma 1 vale 1. Metri o millimetri che fossero, entrambe le reti avrebbero dovuto essere convalidate. “Avessero dato il gol a Muntari – replicano - la partita sarebbe finita 2-0”. E chi glielo dice?
Roba vecchia. L’attualità è che domenica sera si gioca un altro Milan–Juve, che non arbitrerà più Orsato ma Di Bello, con un unico imperativo: vietato sbagliare. L’auspicio è che non diriga col terrore. Potrebbe venirne fuori un disastro.