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Prima rilasciano tutti dichiarazioni possibiliste su qualche radio campana, poi vengono puntualmente smentiti dai fatti. Cadde nell’errore lo stesso giudice Piero Sandulli, il quale inizialmente illuse i tifosi del Napoli con quella dichiarazione sibillina “la classifica del campionato non può essere scritta dal Covid”, salvo poi respingere  il ricorso presentato in Corte d’Appello federale dalla società partenopea, per giunta mazzolandola senza pietà parlando addirittura di “dolo preordinato” da parte di quest’ultima, non appena ha dovuto esaminare con attenzione la sentenza di primo grado, insieme a tutti gli elementi probatori in grado di dimostrare perché non si fosse potuta disputare Juventus – Napoli.

Stavolta è il turno di Angelo Maietta (qui le parole), membro di quel Collegio di Garanzia del Coni al quale adesso ha deciso di rivolgersi De Laurentiis per provare a ribaltare la sentenza d’Appello. Maietta è di Avellino, magari tifa o semplicemente simpatizza per il Napoli, e sulla solita emittente radiofonica campana ha ridato speranze ai supporter partenopei, sostenendo che “gli organi di giustizia sportiva possono mitigare le sanzioni” e magari “annullarne una sola”, la sconfitta a tavolino oppure il punto di penalizzazione. E che se il Napoli dovesse presentarsi davanti al Tar, quel Tribunale potrebbe far rigiocare la partita come forma risarcitoria.

Capisco il buon cuore (azzurro) di Maietta, però avrebbe dovuto anche preparare i tifosi napoletani all’eventualità che quest’ennesimo ricorso possa anche non essere esaminato dal suo Collegio giudicante, in quanto inammissibile. Perché le prove sono già state raccolte e valutate da due giudici sportivi, ed essendosi entrambi già espressi in merito con dovizia di particolari il Collegio di cui fa parte Maietta potrebbe anche non prendere minimante in considerazione il ricorso. Lo stesso Statuto della FIGC, a meno di modifiche in corsa, recita che il Consiglio di Garanzia del CONI non può occuparsi di controversie relative a perdita di gare già esaminate in precedenza da altri organi di giustizia sportiva. Maietta tutto questo lo sa, ma in radio non l’ha detto.

Non solo, ha anche lasciato aperta una porta al Napoli pure al TAR, organo anch’esso depotenziato dalla possibilità d’intervento su sentenze sportive da recenti interventi della Corte Costituzionale, nel 2011 e successivamente nel 2018. Certo, potrebbe prevedere un risarcimento nei confronti della parte lesa, sempre se emergessero elementi nuovi e significativi in grado di smentire le accuse a carico del ricorrente. In questo caso, pesantissime. Al punto che la Procura federale ha aperto un procedimento parallelo a quello per la mancata presentazione in campo per Juve-Napoli e che potrebbe portare ad un altro deferimento del club napoletano, con ulteriori sanzioni. Ancora più pesanti.

Di fronte a tutto questo, e un’accusa addirittura di dolo, il TAR potrebbe essere in grado di demolire il provvedimento amministrativo preso dalla giustizia sportiva e imporre un risarcimento nei confronti del Napoli? Egregio dottor Maietta, francamente la vedo dura. Quando lei stesso ha ammesso che “se si decide di appartenere ad una Federazione bisogna rispettare le regole dell’ente a cui si appartiene” ha già capito come potrebbe andare a finire pure stavolta. Agli stizziti tifosi del Napoli, in quel suo intervento alla radio, avrebbe dovuto farglielo capire senza troppi edulcoramenti, senza paventargli l’illusione di possibili vie di fuga, ma dicendogli chiaramente che stavolta sono finiti in un cul de sac. Anche se si simpatizza per la loro stessa squadra.