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Per Agnelli è l’anno zero, quello del lancio definitivo anche della Juventus come super top club. Per tanti altri, invece, è l’anno sottozero. Quello in cui la Juve sta rischiando il default, e allora ecco entrare in gioco la Exor del cugino Elkann per l’operazione di salvataggio. I più simpatici stanno pure facendo passare la tesi del giroconto per quanto  riguarda la sponsorizzazione Jeep, più che triplicata.

Nonostante i dubbi e le congetture di tanti che scrivono di finanza capendoci poco, come il sottoscritto (che però prova ad informarsi), sul tavolo restano i 300 milioni di aumento di capitale e i 42 milioni dello sponsor Jeep. Tanta roba. Tanti soldi per un’azienda che sta pensando in grande e mette quindi in campo piani d’investimento pesanti, che poi ognuno può leggere però come crede, o come forse meglio gli torna utile per intercettare lettori, telespettatori, like o “mi piace”.

Il piano di crescita della Juventus era già stato pensato e annunciato un anno fa, proprio da Agnelli, adesso entra nella fase operativa. Se funzionerà, ed esistono tutti i presupposti  affinché ciò accada, i conti (ora in rosso) torneranno in equilibrio e, in parallelo, i ricavi (già in aumento) saliranno ancora. Grazie proprio alle maggiori entrate, la Juventus potrà permettersi – come ha detto Nedved - di andare ad acquistare sul mercato i nuovi Ronaldo. E questo, probabilmente, disturba i teorizzatori del default post CR7 su basi contabili, note però soltanto a loro e ai consulenti di sventura presso i quali si appoggiano.

Gli stessi che gli stanno anche dicendo che quella di Jeep è una semplice partita di giro, giustificata dalla nuova regola della “significativa influenza” inserita nel FFP UEFA. Ovvero: è sufficiente che le cifre provenienti dalla proprietà stiano sotto al 30 per cento dei ricavi per non incorrere in sanzioni. Pure stavolta l’hanno toppata, perché la cosiddetta “significativa influenza” serve per considerare parti correlate del bilancio, anche sponsor, ma non appartenenti all’asset proprietario.

La sponsorizzazione Jeep, passata da 18 a 42 milioni, deve sottostare alle stime del fair value (valore accettabile di mercato), e lo fa. Perché il brand Juve è in crescita, così come la sua popolarità nel mondo , e quindi quei 42 milioni sono appunto una cifra “accettabile”, considerato che altri club europei incassano ancora di più da altre sponsorizzazioni. Le cifre messe finora a bilancio dal PSG erano esagerate, ed infatti la UEFA ha obbligato il club parigino a tagliarle (e sono comunque rimaste molto alte lo stesso). Questo non avverrà per la Juve, perché l’intervento di Jeep è considerato congruo.

Paradossale che Berlusconi e Moratti, quando investivano su Milan e Inter e ripianavano di tasca propria le perdite di bilancio, venivano considerati dei mecenati, adesso lo  stanno facendo (seppur con altre strategie finanziarie) gli Agnelli e non va bene. Strana davvero la vita.