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“La Juventus ha il dovere di provare a vincere lo scudetto”. Testo e musica di Max Allegri in quella che fu la sua prima conferenza in terra statunitense. Un modo per mettere in chiaro ambizioni e obiettivi per la stagione che sta per iniziare e che non potrà essere uguale a quella precedente. Pure il tecnico lo sa bene, e nonostante il contratto di 4 anni è consapevole del fatto che dirigenza e proprietà bianconera mal digerirebbero un’altra annata senza titoli, soprattutto di nuovo senza “quel” titolo che proprio ogni anno “la Juve ha il dovere di provare a vincere”. 
La domanda da porsi però è questa: la Juventus attuale è in grado di andare a rivincere lo scudetto? Soprattutto ora che ha già perso per strada un pezzo da 90 come Paul Pogba, senza nemmeno riuscire a quantificare per quanto tempo, se due, tre o addirittura 6 mesi? Perché un conto è un reparto di centrocampo con il Polpo Paul, un altro la riedizione di quello della scorsa stagione, dimostratosi inadeguato a centrare qualsiasi tipo di trofeo, Supercoppa compresa.
Reparto con ancora l’incognita giovani: Fagioli, Miretti e Rovella resteranno in rosa, oppure andranno in prestito altrove, se non addirittura inseriti in qualche altra trattativa di mercato? Tutto è ancora aperto, compreso che restino alla base. Di sicuro però, al momento, nessuno di loro è in grado di sostituire Pogba. 
Per puntare al bersaglio grosso servono certezze che, al momento, alla Juve non hanno né l’allenatore e nemmeno i dirigenti, ancora impegnati a sistemare la rosa. A centrocampo, così come negli altri reparti. Tipo quello arretrato, dove i problemi sono già emersi in modo abbastanza evidente nell’amichevole con il Barcellona. In modo particolare sul corridoio di sinistra, dove i terzini mancini sono rimasti gli stessi, ovvero Alex Sandro e Pellegrini. Il brasiliano soprattutto ha evidenziato le medesime carenze delle ultime stagioni. Al Cotton Bowl Dembelé ci ha scherzato come ha voluto, mettendolo a sedere due volte, ed in entrambe ha fatto gol. Troppe. Ma che il brasiliano non sia più quello delle sue prime annate in bianconero non c’era bisogno di capirlo a Dallas.
Lo sanno bene pure alla Juve, dove sarebbero pure intenzionati a cederlo ma sono prigionieri del ricco contratto fatto a Sandro, che da parte sua non ne vuole proprio sapere di doverci rinunciare per andare altrove. Così come non ha intenzione di abbandonare Madama neppure il suo vice, Pellegrini. Così diventa difficile, se non impossibile, dare una sistemata a quella fascia.
In mezzo è arrivato Bremer, però Chiellini (mica uno qualunque) non ci sarà più, e al momento il suo rimpiazzo è il giovane Gatti, con alle spalle un’ottima stagione in serie B con il Frosinone, che però è un’altra cosa rispetto alla Juventus e un minimo di apprendistato lo dovrà scontare, a meno che non si riveli da subito un fenomeno nel ruolo.
A destra si è deciso di rinnovare il contratto a De Sciglio, ma anche il suo pigmalione Allegri avrebbe tanto voluto affiancargli Molina, accasatosi però all’Atletico Madrid. Quindi su quella fascia continueranno a giocarci l’ex milanista, Danilo e talvolta Cuadrado. Proprio come l’anno scorso. 
In attacco il vero acquisto sarà Chiesa, anche se non è ancora chiaro quando tornerà in servizio effettivo. Ottobre o dicembre? Perché cambiano le prospettive.  È stato aggiunto un autentico fuoriclasse come Di Maria, il quale dovrebbe aiutare Vlahovic a ritrovare con maggiore continuità la via del gol, però il reparto ha perso altri due pezzi – Dybala e Morata – e non sono stati ancora sostituiti. Si spera di poter riportare lo spagnolo a casa, ma non è così scontato. E Kean, anche dopo la doppietta con il Barca, non è di certo il fulmine di guerra che magari qualcuno alla Continassa immaginava quando è stato ricomprato la scorsa estate dall’Everton.
Riformuliamo la domanda: è una Juve da scudetto quella attualmente allenata da Allegri? La risposta, per adesso, è no. Però resta ancora un mese abbondante per sistemare le cose.