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Non sono del tutto d’accordo con Bonucci. Meno che meno con Giulini. Concordo invece con Max Allegri: “E’ molto semplice: certa gente negli stadi non dovrebbe più entrare. Il problema è che non vogliono prenderli”. Chi? Gli idioti, i razzisti, quelli che allo stadio si divertono a fare i buuu ai giocatori di colore. Ce ne sono un po’ dappertutto, a Cagliari li ritroviamo puntualmente ogni anno. E coprirli, come ha fatto il presidente Giulini, non aiuta di certo a debellare il fenomeno.

In Sardegna, come in altre regioni, la Juventus non è molto amata, e fin qui ci sta. Il problema nasce quando tra il bianco e il nero ad alcuni tifosi sardi (10? 100? 1000? 10.000?) mostrano reiteratamente di non gradire in particolare il secondo. 

Lo scorso anno fu Matuidi a ricevere la sua bella dose d’insulti, stavolta il franco-angolano se li è spartiti equamente con l’italo-ivoriano Kean. Il quale, dopo aver segnato, non si è trattenuto dall’esultare in modo provocatorio verso i curvaioli, quelli che più di altri lo avevano beccato durante la partita: immobile sotto la curva, con le braccia larghe e sguardo fisso, come a dire “dai, fischiatemi e insultatemi ora”. 

Una reazione, mi permetto di dire, civile e molto contenuta, che ha fatto però imbufalire un po’ tutti: tifoseria (Kean è stato centrato pure da un bicchiere di carta, per fortuna vuoto), giocatori e dirigenti del Cagliari. Matuidi si è preso la briga di difenderlo e si è beccato una doppia razione di fischi e insulti. 

Far passare ora Kean come quello che ha esagerato mi pare un po’ eccessivo. Cosa ha fatto? Nulla di che, rispetto ai buzzurri che dopo averlo bersagliato per l’intera gara si sono pure offesi per la sua esultanza. Da non credere. Per giunta con Giulini che si è subito precipitato a difendere questi cretini: “C’é troppo moralismo – ha minimizzato il presidente del Cagliari – qui nessuno ha sentito nulla. Matuidi ha fatto una sceneggiata. Razzismo? Una deriva che non ci appartiene”. Cosa non si fa, e non si dice, pur di tenersi buona una tifoseria, e Giulini non è purtroppo un caso isolato. Nel suo caso, negare l’evidenza è offensivo alla pari di quei buuu perché prova a far passare per visionari tutti noi che, in tv, abbiamo sentito distintamente fischi e insulti indirizzati prima a Kean e poi a Matuidi. 

Condivido parzialmente pure il rimprovero di Bonucci a Mosè: ok, si sarebbe potuto limitare a festeggiare la rete coi compagni di squadra, “sa di aver sbagliato, noi dobbiamo essere d’esempio” e va bene, ma alla fine, ribadisco, mi spiegate cosa ha fatto di così grave? Ti bersagliano con stupidi coretti razzisti per quasi tutta la gara, appena fai gol ti viene quasi naturale andare a chiedere conto di tutti quegli insulti. Tra l’altro, in silenzio. 

“Li ha sfidati”. No, si è semplicemente preso civilmente la propria rivincita nei confronti dell’ignoranza crassa grondante da quel preciso settore della Sardegna Arena. Di un razzismo che imperversa sempre più negli stadi e qualcuno prova sempre a rivendere come sfottò. “Lo avesse fatto Bernardeschi sarebbe stato trattato allo stesso modo” ha tenuto a precisare ancora Giulini. Come dire: a Cagliari il nostro galateo è questo e non c’è nulla di male. 

Complimenti vivissimi. Applausi, please.