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Il solito vizietto. Quando in FIGC non sanno che pesci prendere, ritirano fuori vecchie formula di successo: ripescare chi sta a 15 o 20 punti di distanza dalla testa della classifica e, magari, fargli pure vincere lo scudetto. Accadde già nel 2006, adesso la Federazione ci riprova di nuovo. Allora ci fu di mezzo Calciopoli, stavolta il covid 19. Ogni scusa è buona per cambiare le regole,
vendendola poi alle masse come una soluzione inevitabile e necessaria. A meno di ripensamenti o nuovi blocchi governativi, il 13 o 20 giugno dovrebbe ripartire la Serie A, con la formula tradizionale: si giocano tutte le restanti 12 giornate (e mezza) con una partita ogni tre giorni. Una no-stop di calcio giocato che, se tutto va bene, dovrebbe chiudersi ai primi di agosto, così da consentire poi la disputa delle fasi finali di Champions ed Europa League. Come ne usciranno le squadre da questo tour de force è facile immaginarlo: a pezzi. Ma secondo la vulgata populista tanto di moda, va bene così, tanto i calciatori guadagnano un sacco di soldi , quindi non si lamentino e vadano in campo. Anche alle 16.30 di luglio, quando il sole picchia ancora e persino in spiaggia ci si ripara sotto l’ombrellone o ci si butta in acqua. Tutto in nome dei diritti tv,senza i quali i padroni del calcio non potrebbero sopravvivere.

L'IDEA - Gravina è stato chiaro: “Pure gli altri lavoratori sono nelle stesse condizioni, non capisco perché i calciatori debbano avere aiuti ulteriori e minacciare scioperi”. Quindi, zitti e giochino! Siccome al momento nessuno può garantire sul rischio zero contagi, dovesse capitare si riferma tutto. A quel punto, che si fa? Il coniglio tirato fuori dal cilindro federale sono i play-off. E chi ci parteciperebbe? Le prime 6 squadre in classifica al momento dello stop. Quindi, anche chi sta (come ora) a -24, tipo il Napoli di De Laurentiis, guarda caso uno di quelli che spingeva per ricominciare. Oppure la Roma, al momento a -18. Ed ovviamente Atalanta (-15) e Inter (-9). In poche parole, anche chi ha floppato la stagione alla fine potrebbe avere chance per vincere lo scudetto. Il tutto fregandosene della meritocrazia, ripescata da Gravina solo nel caso in cui durante lo svolgimento dei playoff dovessero verificarsi ulteriori contagi. In quel caso scudetto e retrocessioni verrebbero assegnati utilizzando appositi algoritmi matematici, basati anche sui meriti sportivi, ma su come verranno calcolati attendiamo delucidazioni dagli scienziati federali.

PISTA DA ABBANDONARE - Mai come stavolta ci auguriamo davvero vada tutto bene, e che questo campionato già falsato di suo possa almeno concludersi senza intoppi. Sarebbe anche un segnale della fine della fase acuta dell’emergenza covid e un parziale ritorno alla normalità. Nel caso però non dovesse andare così, Gravina abbia il coraggio di arrendersi e fermare tutto. Abbandoni una volta per tutte l’idea dei playoff e dei playout, buona sola a garantirgli i voti per la rielezione. Lui ha detto di non voler essere il becchino del calcio, ma in questo caso verrebbe ricordato semmai come il becchino delle regole.

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