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Quattordici anni dopo Calciopoli, nel calcio tornano d’attualità le intercettazioni. Quelle servite nel 2006 per spedire in Serie B la Juventus e che adesso in tanti sperano possono tornare di nuovo utili per il medesimo scopo. Quella volta c’era in discussione la regolarità dei campionati, stavolta quella degli esami. Nel caso specifico quello di italiano sostenuto la settimana scorsa a Perugia da Suarez per consentirgli di ottenere la cittadinanza italiana, necessaria per potere poi essere tesserato dalla Juventus.

Test superato dall’uruguagio con la stessa facilità con cui si fuma una sigaretta, così da insospettire subito un po’ tutti. E infatti è stato un esame finto, come provato dalle intercettazioni raccolte dalla Guardia Di Finanza, che sugli esami facili dell’Università perugina ha aperto un’inchiesta. Ci indagano da febbraio scorso ma il caso è esploso dopo la prova orale sostenuta dal calciatore del Barça. “Ci sono state divulgazioni dell’attività d’indagine” ha ammesso il colonello Sarri (guarda te il caso) della GDF, leggi “fughe di notizie”. Intercettazioni messe in giro da qualche funzionario con lo scopo di far scoppiare il casino, com’è puntualmente accaduto. Perché su social, radio e tv dal momento della pubblicazione delle prime intercettazioni non si parla che dell’esame farlocco di Suarez, col sospetto neanche poi tanto velato che dietro ci possa essere proprio la Juve, interessata a far ottenere nel minor tempo possibile il passaporto comunitario all’uruguaiano.

Quell’esame a Perugia Suarez lo ha fatto perché a prenotarglielo è stata la Juventus, com’era noto a tutti. E Sarri, il colonello, è stato chiaro: “Non c’è stata alcuna pressione esterna, è stata un’iniziativa di chi lavora all’Università ammaliati da un personaggio del genere. La Juve non è indagata”. Sempre che non emerga dell’altro, e c’è chi ovviamente ci spera.  

Per adesso si ragiona sul nulla. Pure dal punto di vista giuridico: alla giustizia sportiva servirebbe il dolo per incastrare la Juve, e in questo caso stiamo parlando di un giocatore che non ha giocato neanche una partita in maglia bianconera e probabilmente mai la giocherà. Impossibile, quindi, realizzare un ipotetico illecito. Per giunta, la giustizia sportiva potrebbe entrare in gioco nel caso la Juventus avesse acquisito dei vantaggi sul campo, ma questo né si è verificato e nemmeno si verificherà. Come accadde invece ad un altro uruguagio che disputò oltre 200 partite in Serie A grazie ad un passaporto comunitario falso, e la società che glielo procurò se la cavò con un multone da 2 miliardi di lire. Al momento per la Juventus non si configurerebbe nemmeno un reato penale, eventualmente poi tutto da dimostrare.
Per usare le parole di Sarri, il colonnello, “sulla Juventus non abbiamo evidenze particolari”.  I giustizialisti a oltranza si asciughino la bava sulla bocca.