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C’era una volta Michael Ende, noto scrittore di fantasy tedesco, e c’è ancora tale David Endt, un attempato signore olandese, un tempo responsabile della comunicazione e team manager dell’Ajax, oggi a caccia di un po’ di visibilità ma soprattutto di polemiche. Quelle, però, che piacciono tanto dalle nostre parte, tali da raccogliere spazio a sufficienza sui media e produrre l’effetto desiderato, ovvero il casino.

Tema: ovviamente la Juventus, manco a dirlo prossima avversaria dei lancieri in Champions (che caso, eh?). L’accusa: il doping. Roba vecchia ma sempre in grado di creare interesse e fare rumore, quanto basta per tornarne a parlare e gettare fango sui soliti noti. Giocando, ovviamente, con l’abusato “sentimento popolare”, sempre incline a credere alle menzogne anziché alla cruda realtà documentata dai fatti.

Cosa ha detto Endt? Questo: “Abbiamo voglia di vendetta per quella finale del ’96: la Juve di allora si dimostrò essere, forse, un po’ dopata. Brucia ancora avere perso così”.

Il magnanimo Endt c’ha inserito in mezzo un “forse”, bontà sua. Non è totalmente sicuro pure lui di quello sta dicendo, ma intanto, ad una radio napoletana (come mai ha scelto proprio quella? Vallo a capire ‘sto Endt) il sasso l’ha tirato, riaprendo una storia dalle mille versioni e che andrebbe raccontata invece come si deve.

Il processo intentato alla Juventus, per iniziativa del pm torinese Guariniello, sull’ipotesi di somministrazione di sostanze dopanti (Epo ed altro) nel 2007 con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. Vennero assolti l’ad Giraudo e il medico sociale Agricola e nessuna responsabilità diretta venne imputata alla società. Nessun farmaco dopante venne mai acquistato e somministrato ai giocatori, risultati sempre negativi a tutti i controlli antidoping e i cui valori ematici rimasero costantemente nella norma, anche se qualcuno provò a raccontare il contrario.

I farmaci assunti in quegli anni dai giocatori della Juventus erano tutti legali e nessuno dopante. Si giocò pure sui numeri dei medicinali trovati in uso alla Juventus, ben 281, in modo da far passare l’immagine di una vera e propria farmacia messa in piedi da Agricola e ipotizzare reati di ogni tipo. Ce n’erano così tanti perché, spesso, molti farmaci erano doppi, multipli o simili. Tutti farmaci leciti, e il 90% dei quali inadatto per pratiche dopanti (antibiotici, antidiarroici, antipiretici, decongestionanti nasali etc). Il restante 10% per cento veniva usato pure dalle altre squadre ed erano comunque sempre farmaci legali. Negli ambulatori dei cugini del Toro vennero trovati 250 farmaci, gli stessi che utilizzavano alla Juventus, e infatti nessun processo venne aperto nei confronti del club granata.

La Cassazione definì il ricorso presentato dalla accusa nei confronti delle assoluzioni “astrattamente condivisibile” (e sottolineo l’ASTRATTAMENTE) rigettando la richiesta di rinvio ad al tra Corte per decorrenza dei tempi processuali. Sostenere che la prescrizione ha impedito di fare chiarezza sui risultati sportivi della Juventus determinati invece dal doping, è una sciocchezza: la Juve dalle accuse di aver usato Epo e simile è stata ASSOLTA in quanto non ha mai fatto uso di medicinali dopanti, ma solo LECITI.
Non solo: per quanto concerne le accuse di doping, la Juventus FC è stata pure assolta con formula piena pure dalla famigerata Giustizia Sportiva, poco incline a farle sconti. Nessuna attribuzione di responsabilità le venne contestata dalla Disciplinare, dal Caf e dal Coni. ASSOLUZIONE TOTALE, NON PRESCRIZIONE
 
Poi però spunta fuori Endt con le sue illazioni prive di fondamento, al punto da utilizzare un “forse” proprio mentre le pronunciava in radio, e new&old media, social network e qualche altro buontempone si è sentito autorizzato a risollevare ombre sulle vittorie Juve di quegli anni e a ritirare fuori la storia della prescrizione di cui avrebbe goduto il club per coprire i propri misfatti.

Dovesse un giorno venire riaperto in sede penale il processo doping a suo carico, la Juventus non avrebbe nulla di cui temere, ma magari potrebbe addirittura chiedere un risarcimento danni per le infamie di cui è stata ingiustamente accusata. Non è una boutade, ma la pura verità. Chiara per chi si attiene ai fatti documentali, non per chi crede alle storielle fantasiose di Endt. Che non è Ende.