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Fateci capire: abbiamo a che fare con persone serie, oppure ci stanno tutti bellamente prendendo in giro? Perché quanto è accaduto nella giornata di venerdì 18 settembre 2020   è stato ai limiti del grottesco. Cominciamo dal mercato, pazzo per antonomasia ma stavolta di più. Giovedì scorso, dopo un’interminabile riunione a Trigoria tra dirigenza romanista, Milik e il suo procuratore , il polacco si era finalmente convinto ad andare alla Roma. In automatico, il club giallorosso dava disco verde a Dzeko per il suo passaggio alla Juventus. Accordi definiti dalla dirigenza bianconera sia con la Roma (15 milioni per il cartellino del bosniaco) sia col giocatore (7.5 milioni per due stagioni a Edin, praticamente lo stesso stipendio di Higuuan).  In contemporanea, da Torino annunciavano ufficialmente la rescissione del contratto col Pipita e attendevano l’arrivo del bosniaco a Caselle.

Ma la Roma, anziché liberare Dzeko, imbarcava prima su un aereo Milik e lo spediva nella clinica di fiducia di Innsbruk per effettuare un’accurata visita medica all’attaccante polacco e rassicurarsi sulla totale integrità fisica del giocatore operato al crociato del ginocchio tre anni fa. Decisione legittima, per carità, anche se Milik aveva ripreso ormai regolarmente a giocare da tempo: dal rientro ad oggi ha saltato – per infiammazione del ginocchio – 1 sola partita (8 in totale, per problemi muscolari e all’inguine).  Però il club giallorosso voleva prima il nulla osta dei dottori, dopodichè avrebbe lasciato andare Dzeko alla Juve.

Le visite al polacco hanno dato esito positivo, eppure Dzeko è stato convocato da Fonseca per il debutto della Roma al Bentegodi ed è partito con la sua (forse) ex squadra per Verona. Magari controvoglia, ma è lì. Giocherà? Pare che lui non voglia, ma al momento è ancora un tesserato della Roma e gli ordini li prende ancora da Fonseca.

Così come è ancora un calciatore del Napoli pure Milik, ricomparso in serata dopo un’interminabile giornata trascorsa coi medici austriaci. È tornato a Partenope perché il patron ADL esige da lui il pagamento di alcune vecchie multe e finché non salda il debito non gli consente di raggiungere la sua nuova squadra.  E la Juventus, intanto, aspetta i loro comodi e resta ancora senza centravanti. Se tutto questo non assomiglia ad un’opera di Ionesco poco ci manca.

Ancora più assurdo e privo di senso quanto accaduto poi in serata, stavolta sul fronte politico. Da settimane si dibatte sui tempi di riapertura degli stadi, col Governo categorico sul no a farlo già dalla 1° giornata di campionato, con tanto di avvallo del Comitato Tecnico Scientifico, ma eccoti ciò che non ti aspetteresti mai: il governatore dell’Emilia Romagna, Bonaccini, autorizza con un’ordinanza l’ingresso di 1.000 spettatori alle gare di Sassuolo e Parma in programma nel week-end.  E il Governo gli concede la deroga.

Nei giorni scorsi la Regione Piemonte, senza atti d’imperio, aveva proposto al CTS una riapertura parziale (prima a 8.000, poi a 800 persone) dell’Allianz Stadium per la prima gara di campionato della Juventus, e la risposta è stata negativa entrambe le volte. “Non è opportuno” ha spiegato il premier Conte. Diteci che siamo su Scherzi a Parte.