24
Quattro volte. Quelle in cui Aurelio De Laurentiis e Massimiliano Allegri si sarebbero visti a Napoli, nella sede della FilmAuro, nel 2021. Prima insomma che il Max tornasse alla Juventus, ci aveva pensato pure ADL per la sua panchina. Ma a quanto pare le “lezioni di calcio” che Allegri andò a fargli in ufficio – così come l’ha raccontata il patron partenopeo alla consegna dei premi Bearzot  – non lo convinsero del tutto, infatti poi virò su Spalletti. 

Se è davvero tutto vero, e non una versione “cinematografica” dei fatti condita con effetti speciali da De Laurentiis, solo Allegri potrebbe aiutarci a scoprirlo nella sua prossima conferenza stampa, sempre se avrà voglia di rispondere, o magari replicherà alla domanda con una delle sue solite battute. Di fatto, all’epoca dei fatti  era libero su piazza e, come tale, disponibile ad ascoltare le proposte dei vari club, Napoli compreso. Sappiamo solo che appena ricevette quella di Agnelli di tornare ad allenare la Juve, rifiutò persino il Real Madrid. ADL, da quanto si intuisce, non ne venne ammaliato, e oggi quasi ne parla con velato disprezzo, non chiamandolo neppure per nome ma “quello che adesso sta alla Juventus”.  

Nella stagione del terzo tricolore napoletano,  già quasi meritatamente conquistato con tre mesi di anticipo sulla fine del campionato, De Laurentiis si permette di fare il ganassa: di sbeffeggiare Allegri (che potrà anche non piacere, ma può permettersi di impartire lezioni di calcio a tutti, compreso ADL) e vellicare il sentimento antijuventino della sua tifoseria, rivendicando scudetti che non ha mai vinto sul campo ma che avrebbe invece dovuto vincere, “se le regole del calcio fossero diverse”. 

Quali regole? Sulle plusvalenze taroccate non sono mai esistite e tutti i club ne hanno abusato, chi più e chi meno, tant’è vero che solo ora sta iniziando a farsi largo la necessità di normare la materia. Quanto poi ai bilanci sani e non artefatti, l’operazione Osimhen non depone di certo a favore del Napoli. Non è stata la classica “operazione a specchio” ma incrociata, che ha prodotto 20 milioni di plusvalenze, con un portiere ultratrentenne e tre giovani del vivaio mai passati al Lille, uno dei quali militante in Eccellenza. 

La Juventus ne avrà pure fatte molte di più, mettendo in piedi quel “sistema” che è uno dei capi d’accusa nell’inchiesta Prisma, però pure il Napoli avrebbe tratto i sui vantaggi da quell’operazione col Lille, altrimenti la perdita in bilancio (quantificata in 58.9 mln, la più alta da quando ADL è padrone del club) sarebbe stata maggiore. Non è un caso che Procura ordinaria e federale stiano indagando sul caso. 

Di sicuro non gli toglieranno lo scudetto, ma il sorrisetto sardonico con il quale De Laurentiis oggi “percula” gli altri, atteggiandosi a unico onesto in un mondo di furbi, quello almeno sì.