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Dopo Alex Del Piero chi sarà il prossimo a tornare allo Stadium? Ieri qua e là, tra fantasie, gioco e non solo, è saltato fuori il nome di Zinedine Zidane - “Dal canto suo Andrea Agnelli inviterà il primo maggio Zizou Zidane allo Stadium - raccontava ieri il Corriere della Sport - per assistere a Juve-Venezia, mostrare al pubblico non proprio soddisfatto la maglia numero 21 e alimentare le nostalgie e fantasie giornalistiche”, da sempre uno special guest assoluto in quel di Torino. Quindi, per come ragionano alcuni (non solo tifosi) il prossimo allenatore della Juventus è già scritto: sarà lui, il mitico Zizou. Colui che avrebbe già dovuto sedersi su quella panchina un’estate fa, ma preferì prendersi un anno sabbatico in attesa di cambiamenti in orbita bleu, leggi Nazionale francese.

SUGGESTIONE DEL PIERO - Più che di notizie, si vive sull’onda delle suggestioni. Del Piero vorrebbe tanto tornare e rivestire un ruolo nel suo club tanto amato, ma al momento non ci sono riscontri in questo senso. Lo sa pure lui. Arrivabene non ha mentito: Alex è venuto a Torino con la sua Academy statunitense ed è stato ospite della società. Punto. Per ora non c’è altro, in futuro chissà. Zidane è da sempre un allenatore che piace ad Agnelli, ma vuoi per l’ingaggio che chiede e per le ambizioni personali di cui sopra, finora non se n’è mai fatto niente. E niente si farà nel futuro prossimo.

FUTURO AL MAX? - Anche perché, al momento, un allenatore la Juventus ce l’ha e si chiama Massimiliano Allegri, forte di un contratto apparentemente blindato per costi (8 milioni) e durata (quadriennale). Lui stesso, dopo la vittoria in Coppa Italia con la Fiorentina, lo ha ricordato a chi gli chiedeva del suo futuro (“Starò qui per altri tre anni”), ostentando grande sicurezza. Anche Sarri palesò le medesime certezze al termine della sua unica stagione alla Juventus, terminata comunque con la conquista di uno scudetto per il quale quest’anno Allegri non è stato mai in corsa. “Resto alla Juve? Ovvio, ho altri 2 anni di contratto!” rispondeva seccato il Maurizio a quanti gli prospettavano un possibile esonero. Che poi arrivò. Questo per dire che alla Juventus del doman non v’è certezza neanche se vinci. A maggior ragione se non lo fai, e nella stagione in corso Allegri non ha ancora vinto nulla. E quel che resta è poca cosa: una Coppa Italia, centrata pure da Pirlo lo scorso anno, insieme ad una Supercoppa, già persa quest’anno dal Max contro il medesimo avversario che si ritroverà adesso in finale.

IL PESO DELLA FAMIGLIA - Poca cosa non è, invece, l’accesso alla prossima Champions League, sul quale la proprietà non transige. Perché, oltre al prestigio significa tanti soldi. Pirlo quel ticket lo strappò all’ultima giornata di campionato, e nemmeno con quello in tasca - e 2 trofei - riuscì a farsi riconfermare alla guida della squadra. Nessun allenatore può quindi sentirsi tranquillo alla Juventus, neanche se ha conquistato 5 degli ultimi 9 scudetti consecutivi. Devi piacere e convincere, e ultimamente qualcuno in Famiglia ha storto il naso sulle performance di quello attuale. “Siamo poco allegri” ha detto uno, “da Allegri mi aspettavo di più, l’assestamento è finito” ha aggiunto l’altra. Lapo e Christillin al momento conteranno pure zero all’interno del club, però non possono nemmeno essere considerati degli estranei. Al contrario, potrebbero farne parte a pieno titolo in caso di rimescolamento del vertice societario, su cui si vocifera da tempo ma finora si è fermata all’uscita di Paratici e all’ingresso di Arrivabene. Due stagioni deludenti di fila, con in mezzo grane giudiziarie ancora da chiudere con Uefa (Superlega) e giustizia ordinaria (falso in bilancio), potrebbero accelerare il processo di ricambio. Che, a cascata, potrebbe coinvolgere pure la panchina. A maggior ragione se Allegri non dovesse nemmeno conquistare il posto Champions e perdere anche la Coppa Italia. Perché “vincere è l’unica cosa che conta” alla Juve è ancora di moda.