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Insostituibile. Perché rinunciarci è impossibile. Federico Chiesa è il top player di questa Juventus, uno su cui puntare tutto, da esterno a destra, a sinistra e da attaccante. Allegri di lui ha detto: "La mia idea è che sarà destinato a fare il centravanti o uno dei due attaccanti". E questa è la strada. Più che nella posizione, nell'identità e nei compiti. L'importante è averlo sempre in campo, perché lì fa la differenza. Alla Juve è entrato a gamba tesa, prendendosi responsabilità e compiti da top, il tutto in una squadra che da dieci anni non faceva così fatica. E lo stesso ha fatto anche in Nazionale. Ora sta continuando a fare la differenza in questo complicato avvio di stagione del secondo ciclo targato Max Allegri. 

Dal Milan in poi, con Chiesa in campo, i bianconeri hanno ottenuto 7 punti su 9 in campionato, battendo ora pure il Chelsea campione d'Europa. Con lui non è questione di posizione, ma di compiti: sa interpretare ogni ruolo allo stesso modo, offensivamente. Corre, strappa, attacca, è affamato. Vuole arrivare su ogni pallone, prenderlo e portarlo fino in fondo, dando tutto e anche di più. E la Juve non sembra onestamente poterne fare a meno. Allegri sta usando più bastone che carota con lui, pure pubblicamente, con l'obiettivo di spronarlo e tirarne fuori ancora di più. Lui sta reagendo bene. È anarchico a volte, ma determinante e insostituibile. Ha qualcosa che in questa Juve forse hanno in pochi, quel qualcosa da campioni veri.