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A CalcioShop, Federico Chiesa ha parlato dei primi passi e della Juventus. 

LA PRIMA PARTE - "Chi ha influito? La mia famiglia. Quando ho iniziato a muovere i primi passi avevo la palla attaccata ai piedi. La passione me l’ha trasmessa mio padre, portandomi a sette anni alla Settimianese. Scuola calcio a Firenze e ho iniziato la carriera. Mio padre? Abbiamo un bellissimo riporto. Tanti anni di esperienza per lui: quando mi dà qualche consiglio mi fa piacere. Giocando a calcio tutti i giorni mi piace parlare anche di altro, ma diciamo che nella mia famiglia quasi tutti si intendono di calcio. Mia mamma è stata 20 anni dietro mio papà nella sua carriera. E a livello comportamentale mi han dato tanti consigli, mi hanno trasmesso i valori dell’umiltà e della voglia di migliorarsi sempre. Crescendo mi han sempre chiesto il massimo, sia nel calcio e sia negli studi e a scuola. Tutto ciò mi ha aiutato a diventare l’uomo che sono oggi".

I MISTER - "Paulo Sousa ha puntato su di me, mi ha dato tantissima fiducia. Lo devo ringraziare, perché dalla Primavera alla prima squadra mi ha fatto fare il salto. Penso anche a Eddy Baggio: erano gli Allievi Nazionali, grazie a lui ho iniziato a giocare con più costanza. In Primavera Guidi, mi ha insegnato tantissimo sotto l’aspetto calcistico, dell’intensità".

L'ESORDIO - "Ricordo l'emozione unica dell'esordio. Il raggiungimento di tanti anni di sacrifici nel settore giovanile. Poi ci son state altre serate dopo quella che tengo dentro di me. Un'altra è Fiorentina Primavera contro la Juve Primavera a Vinovo: ho fatto gol, era il quarto di finale di Coppa Italia. Prendo questa partita perché mi ha dato la forza per restare tra i grandi. Paulo Sousa era solito a mandare i giovani dalla prima squadra in Primavera, per capire se avevano l’umiltà e i valori anche scendendo di categoria e non snobbando l’impegno. Non bisogna mai sottovalutare nessun tipo di partita".

CON L'ITALIA - "Essere un giocatore della Nazionale è un sogno che si avvera. E’ qualcosa di unico: più della Nazionale non c’è niente. Il momento che ricordo più della Nazionale è la finale del Mondiale del 2006. Me la ricordo anche se ero piccolino. Poi metto anche il 2-0 dell’Italia con la Germania agli Europei del 2012. Aspettative? Tutti ci auguriamo di raggiungere il massimo. Ma dobbiamo pensare di partita in partita: veniamo da una delusione Mondiale, è la prima competizione dopo quella disfatta quindi c’è grande entusiasmo".

CRISTIANO RONALDO - "Voglio migliorare in tutto e c'è sempre da migliorare. Ogni giorno vado al campo motivato per cercare nuovi stimoli e dare di più. Ci sono tanti aspetti tecnici, il tiro in porta ad esempio, che devo migliorare: gioco con uno dei forti calciatori della storia che sa veramente tirare in porta, Cristiano. Da lui cerco di guardare tutto, è unico nel suo genere".