RESPONSABILITA' - Zoff l'ha definita 'un bel peso', Chiello ci ha scherzato su e si è detto 'pronto': la fascia è solo il mezzo, non è mai stato il fine del suo ritorno. Vuole aiutare, Giorgio. Vuole indirizzare una Nazionale che ha visto crollare sotto i colpi del tempo e delle delusioni. E che dopo quella finale a Berlino, dove Chiellini era semplice spettatore, ha sempre faticato a mantenere una rotta giusta e coerente. Senza dimenticare chiaramente i picchi, che ci son stati e che hanno fatto anche male. Con l'Europeo del 2012 che di tanto in tanto ancora vendetta. Bene: nell'ultimo passo di danza azzurro del difensore centrale, l'obiettivo sarà proprio quello di stravolgere il passato (anche quello glorioso) e tentare di dare equilibrio, voglia. Soprattutto attaccamento. Elemento che non ha mai abbandonato un cuore puro come Chiellini.
ALTRI TEMPI - Del resto, il centrale è l'ultimo fil rouge che unisce l'ultima grande Nazionale e tutte le successive. Il primo vagito azzurro è arrivato infatti nel 2004, quando Lippi cercava un terzino mancino da far crescere e pian piano svezzare. Non andrà al Mondiale perché c'è Grosso (risultato poi decisivo), perché c'è Zambrotta. E poi perché la sua metamorfosi a centrale non è ancora stata attuata: continua a scorazzare libero sulla fascia e a bloccare il mondo in scivolata. Altri tempi, quelli. Che gli son serviti più di tutti. Perché crescere con Cannavaro, Nesta e Materazzi non dev'essere stato semplice: ma dev'essere stato fondamentale. Oggi il suo obiettivo è stare dall'altro lato. Insegnare, dare esempi, prendersi responsabilità. Lo farà: questo è fuori discussione. In azzurro come nella Juve. Sarà un anno diverso perché è lui ad essere un giocatore differente.
Nella gallery, tutti i numeri di Giorgio Chiellini tra Juve e Nazionale!
@Cricor9