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Ci sono almeno due frasi che meritano un'attenzione particolare, tra quelle estrapolate dalle diverse dichiarazioni di Massimiliano Allegri post Monza. La prima: "Ora dobbiamo pensare a fare i punti per la salvezza". Che vuol dire: una serata (come Napoli) è comprensibile, con l'Atalanta c'era lo scotto della sentenza e può anche passare. Ma col Monza? In una settimana oggettivamente senza scossoni, con allenamenti forti e importanti, un ritmo finalmente ritrovato, la Juventus tornava ad essere la Juventus: "senza alibi e scuse", proprio come ha detto Max. Per questo, il richiamo all'attenzione è stato per certi versi doveroso e per altri doloroso. Vuol dire che l'Allegri psicologo non ha fatto (bene) la sua parte, e un pezzo di responsabilità va oggettivamente condiviso. 

PENSARE AL CAMPO - In tv, il tecnico ha rincarato la dose: "Noi dobbiamo pensare a lavorare sul campo e basta. Chi non è in grado di fare questo normale che stia fuori". Boom: pare una roba alla Mourinho. Senza nomi e cognomi, ma riferimenti chiari a chi non è all'altezza. Almeno del momento. Anzi: almeno del momento più la maglia che s'indossa. Una combo potenzialmente disorientante, in particolare per chi, alla Juve, è alle prime armi o comunque davanti a una situazione mai così ingombrante.  

A CHI SI RIFERISCE? - Ecco, andiamo nello specifico: a chi si riferisce Allegri quando parla in questo modo? Non possiamo saperlo con certezza, non l'ha esplicitato. Qualcosa però raccontano i cambi e le ulteriori parole nel post partita. Un indiziato può essere Paredes, mai davvero al centro del progetto e mai concretamente l'uomo a cui affidare le sorti del centrocampo, anche col Monza troppo leggero e incostante; un altro indiziato può essere Fagioli, per quanto giovane e per quanto in fiducia potrebbe sentire tutto il peso di questo momento. Poi Gatti: mille difficoltà. E Bremer, alle prese con una serata a tratti imbarazzante. Così come Kean: ha fatto male, l'ha ribadito anche Max, "ma ha gol nelle gambe" (eppure così poche occasioni per farne). Chi non ce la fa, stia fuori: il monito è chiaro. Ora si attendono le scelte forti.