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Chi ha paura del falso 9? È una domanda cruciale e che bisogna fare subito, prima che inizi il campionato. Chi e perché? Avanti. Sulla ‘questione Dybala’ il mio parere è uno solo ed è una provocazione apparente: se resta bianconero, con un allenatore come Maurizio Sarri deve essere al centro del gioco, ancor più di CR7. È vitale per lui e per la squadra, e non c’è Ronaldo che tenga. Non si tratta semplicemente di assegnare all’uno anziché all’altro la coroncina di ‘prima donna’ del gruppo. Il ragionamento è più sottile e profondo: se la Juve di Allegri giocava per CR7 e Dybala ne soffriva (per ragioni tattiche precise, non vaghe e umorali), quella di Sarri potrebbe giocare per Dybala senza che il fenomeno (in quanto fenomeno) ne risenta. È questa la sfida vera, ed è una sfida che dipenderà tantissimo dalla testa di questi tre protagonisti, Sarri, Dybala e Ronaldo.

I loro punti di vista si devono armonizzare, pena il ripiegamento nostalgico e conservatore in una versione sostanzialmente già vista di Juventus. Non avrebbe alcun senso rimanere ancorati al passato mentre si parla di rivoluzione. Detto ciò, qualcuno ora potrebbe avanzare l’obiezione di Allegri secondo cui Ronaldo ha bisogno di un centravanti vero. La mia risposta è: concordo, nel sistema e nel gioco di Allegri, Allegri ha ragione. Ma con Sarri?
 
FALSO 9 O PUNTA NEL 4-3-1-2 – Con Sarri Dybala ha sulla carta due possibili impieghi, lo ha precisato il Comandante stesso a Nanchino, prima di Juve-Inter: “Penso che Dybala possa fare il falso 9 tranquillamente. Poi possiamo predisporre anche un attacco leggermente diverso con il 4-3-1-2 e Dybala spostato come punta sul centro destra”. In entrambi i casi non si parla di trequartista/tuttocampista, con buona pace della Gazzetta che il 23 luglio titolava la notizia così: “Dybala? Falso 9 o trequartista”. No, Sarri non ha mai parlato di Dybala trequartista. In sostanza lo vede come una punta, più o meno falsa. E dato che finora, nel precampionato, la Juve è scesa in campo sempre col 4-3-3, la collocazione più immediata e plausibile per la Joya è la prima, ovvero il falso 9 nel tridente, dove infatti ha giocato uno spezzone contro l’Atletico e soprattutto i 60 minuti di Trieste.
 
SUPERIORITÀ POSIZIONALE - Prendiamo una sequenza precisa dell’ultima partita e aggiungiamo al discorso sul ruolo di Dybala un principio tattico caro al gioco di posizione di Sarri: la cosiddetta ‘superiorità posizionale’.
 



Tale principio appare in negativo dal disappunto di Pjanic di fronte a questa scelta concreta di Rabiot, che opta per un passaggio medio-lungo verso Chiellini dopo aver ricevuto il pallone proprio dal bosniaco. Non ci troviamo davanti a un errore in sé e per sé, il francese non perde palla e anzi sembrerebbe dar respiro alla manovra. Aprire il gioco.  



Nell’immagine sotto vedete in bianco il passaggio realizzato da Rabiot verso Chiellini, in giallo la combinazione che avrebbe desiderato effettuare Pjanic. Col braccio alzato il regista indica Paulo Dybala, quasi a dire a Rabiot: “Era questa la giocata da fare!”. Pjanic si sta calando nella parte e forse ha bisogno di Dybala falso 9 per infittire il suo gioco di passaggi corti, tendente al modello Jorginho. Pjanic si rende conto in questo caso della ‘superiorità posizionale’ mancata, non sfruttata, e se ne rammarica. Da ciò capiamo bene come il senso di un Dybala falso 9 dipenda più che altro dallo stile di gioco condiviso. Dal perseguire o meno un certo tipo di manovra.  



IL GIOCO CORTO – In altri casi il palleggio corto tra i due fuochi centrali Pjanic e Dybala si è realizzato con una certa naturalezza, e grazie al contributo di Douglas Costa (guarda caso un ex giocatore di Guardiola) e Khedira. Per andare a sostenere questo tipo di fraseggio, la Joya si lasciava attrarre dalla zona palla, abbandonando alle spalle la difesa avversaria. ‘Svuotando’ di sé l’attacco.   



In questo modo si creavano piccoli rondos dentro la partita, zone sovraccaricate dalla presenza di giocatori bianconeri in superiorità (numerica e/o posizionale). E lì, nello stretto, si tesseva una fitta rete di passaggi corti e rapidi, con lo scopo di spostare e disordinare gli avversari.   
 


“IL NOSTRO CENTRAVANTI È LO SPAZIO” - Addirittura, in un frangente, il giocatore più avanzato della Juve è diventato Pjanic. Ecco la sequenza in questione. Dybala va incontro tra le linee e riceve da Khedira. Il bosniaco, al contrario, rispettando il principio dello scaglionamento, ‘si alza’ senza palla.  
 


Una combinazione rapida tra Dybala e Khedira ed ora è Pjanic a ricevere tra le linee, con l’argentino che ha preso il suo posto ed è ormai fronte alla porta. 



“Non abbiamo bisogno di centravanti, il nostro centravanti è lo spazio”, sosteneva Guardiola, il massimo esponente del gioco di posizione. È chiaro però che lo spazio da solo non fa gol, ma va attaccato coi tagli e con gli inserimenti di mezzali, ali e terzini. E soprattutto questo spazio svuotato va interpretato da una manovra intelligente, adeguata, che lo sappia 'reggere' e ‘tollerare’. Perché se con Allegri bastava ‘occupare’ l’area, con Sarri al contrario l’area andrà prevalentemente ‘attaccata’.