commenta
Torno a casa. Dopo un viaggio, suggestivo ma anche tribolato, nelle acque del calcio oceanico a bordo di Calciomercato.com riprendo in mano il diario di viaggio lasciato sulla scrivania del comandante dove vengono annotate le avventure del più piccolo ma impavido ilBianconero.com alla cui navigazione, per un poco di tempo, hanno pensato il capitano Menon e il bucaniere Chirico insieme con una competente ciurma. Un governo di classe e di profitto. Tant’è, il nostro giornale ha raggiunto punte di lettori e di contatti inimmaginabili il giorno della sua fondazione. Tra poco compiremo sei anni.

Sicché, prima che la festa cominci, approdo a Itaca chiedendo scusa per essermi lasciato ammaliare un po’ troppo ingenuamente dal canto delle sirene. E proprio da questa parola, “scusa”, mi piace prendere spunto per costruire la prima riflessione di questa nuova navigazione. Sbagliare è umano tanto che nessuno può evitare di ammettere scivoloni assortiti lungo il percorso della quotidianità. L’importante, poi, è rimediare all’errore o comunque provare a farlo. Nel frattempo è buona cosa rivolgersi alla ”vittima” di quello sbaglio per tentare di ottenere il suo perdono.

Sembrano pensarla in maniera differente gli ultrà della curva bianconera i quali hanno addirittura redatto un comunicato ufficiale per censurare, con parole dure e persino offensive, l’atteggiamento di contrita umiltà tenuto in campo dai giocatori della Juventus dopo la sconcertante sconfitta subita a Monza. Anziché apprezzare il gesto suggerito a tutti i compagni da Bonucci, gli estremisti del tifo bianconero si sono sentiti umiliati e offesi davanti allo sguardo del pubblico avversario ignorando che la richiesta del perdono non è un atto di debolezza o di sottomissione ma un principio di grande onestà intellettuale. Un dovere, insomma. Cosa che avrebbero, semmai, dovuto fare anche i dirigenti, Andrea in testa e il tecnico Allegri.

Sarebbe un bel guaio e in proposito mi auguro di sbagliare se il malcontento degli ultrà fosse il segnale di un atteggiamento assai più velenoso e diffuso sul piano sociale e civile. Domenica, con il calcio in standby, saremo tutti chiamati a partecipare come protagonisti alla partita più importante dalla fondazione della Repubblica a oggi. Di tanto e forse di tutto abbiamo bisogno per essere un Paese sano. Certamente non del celodurismo o dei fantasmi neri con in mano manganello e bottiglia di ricino per far vedere che non chiniamo il capo.