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Il successo della Juve parte dal basso e dall'interno. Lo sanno tutte le società, che stanno ammirando l'egemonia bianconera e sognano di interromperla. In questo momento in corsa c'è la Roma, che tiferà Crotone nella speranza di un finale miracoloso, ma un'altra antagonista storica, ora invischiata in una situazione complessa, studia il piano per la rivalsa. Il riferimento è all'Inter, che con Gagliardini ha inziato la guerra sui giocatori e con Baccin quella sui dirigenti. Il prossimo passo è lo scippo: i nerazzurri vogliono portare a Milano Luigi Milani, dirigente del settore giovanile bianconero, uomo che negli anni ha mostrato di saper fare molto bene il suo lavoro. Ma Suning ce la farà? E chi è, di preciso, Milani? Rispondiamo a entrambe le domande.

IL PROFILO - Tutto è iniziato nel 2011, anno in cui Luigi "Gigi" Milani ha fatto il grande salto, passando dal Vicenza alla Juve per ricoprire il ruolo di responsabile dell'attività giovanile dalla categoria "Piccoli amici" (responsabilità dei giocatori di età compresa tra i 6 e i 14 anni) e responsabile dello scouting del vivaio. Lascia Vicenza, dove aveva fatto benissimo, e non senza un po' di rammarico, ma alla Juve, però, non si può dire no. E in bianconero si è costruito un nome e soprattutto una posizione importante. Non si resta sei anni a Vinovo senza meriti. Il legame con Vicenza non si è spezzato, tanto che diversi bianconeri arrivati anche in altre categorie provengono dal vicentino, con Luca Clemenza come esempio principe. E il lavoro di Milani è fondamentale nella costruzione di tanti talenti, con non pochi meriti nella crescita tecnica e umana di Kean, per fare un esempio. Il classe 2000 che ha fatto innamorare mezza Europa, dalla Juve ha ricevuto un'autentica educazione. Proprio su questo Milani non transige, in linea con i diktat della società ed è uno dei fattori che spiegano la persona e il modus operandi.

TENTATIVO INTER - Il futuro, tuttavia, potrebbe portare lontano. Come detto c'è l'Inter e l'ipotesi è affascinante, ma la Juve non ha intenzione di ascoltare proposte. Milani ha ancora un anno di contratto e i nerazzurri possono solo stare a guardare. Il corteggiamento è appena iniziato, ma la posizione bianconera è più solida che mai: la progettazione non permette cambi di direzione improvvisi e non fa mai piacere l'idea di un dirigente che si veste di nerazzurro. Motivi più che validi per dire no: oer ora, quindi, porta sbarrata e futuro chiaro. Tra un anno, chissà.

@Edosiddi