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Quando si sbaglia, bisogna ammettere l'errore e - se fosse stato offeso qualcuno - chiedere scusa.

Tenete a mente questa buona consuetudine del Galateo perché non sempre viene messa in pratica, perlomeno non da tutti. Spesso proprio da coloro i quali sono i più severi censori nei confronti degli altri, ma molto meno nei propri.

È capitato che, dopo la semifinale di campionato vinta nei confronti dei loro pari età napoletani con un rotondo 3-0, i ragazzini della Juventus Under 15 si siano lasciati andare nello spogliatoio ad un festeggiamento un tantino sopra le righe: per dileggiare i coetanei del Napoli appena sconfitti , hanno ripreso il coro "abbiamo un sogno nel cuore", intonato spesso da tifosi partenopei e componenti della prima squadra durante la stagione, e ci hanno aggiunto un bel "lavati con il sapone". E mentre lo cantavano a squarciagola, si sono fatti pure un video e l'hanno postato sui social, scatenando l'indignazione generale, in primis quella della SSC Napoli.

Non appena alla Juventus sono venuti a conoscenza dell'accaduto, la società ha avviato una propria indagine interna, dopodiché sono scattati i provvedimenti disciplinari.

La Juve si era pure data disponibile, con la FIGC, a ritirare la squadra dal campionato, oltre ad avviare un percorso educativo nei confronti dei propri ragazzini. Come dire: se finora in famiglia o a scuola nessuno è stato in grado di insegnare a questi ragazzetti l'educazione, d'ora in poi sopperirà in prima persona la società. Perché non si può portare cucita sulla maglietta la patch "Respect" , riempire gli stadi con la medesima scritta e poi fregarsene bellamente del rispetto non appena si batte un avversario. Significa non aver capito niente. Saranno stati pure dei bambinetti di 15 anni, ma essendo pure loro dei tesserati devono capire che con certi comportamenti non solo fanno una brutta figura, ma ledono pure l'immagine della società Juventus. La quale, giustamente, li ha richiamati all'ordine, insieme ai dirigenti della squadra per omesso controllo su dei minori. Marotta stesso ha definito l'episodio inammissibile.

Per la cronaca: la Juventus under 15 ha poi perso, nettamente (5-0), la finale con l'Inter e a fine gara mister Bovo è voluto tornare su quanto accaduto, e dichiarare: "È stata una lunga settimana, nella quale abbiamo imparato una lezione di vita che vale più di un successo".

Storie di casa Juve.

 

 

A Napoli, sempre per la cronaca, c'è invece un sindaco che non si fa nessuno scrupolo nell'autorizzare l'esercizio commerciale a dei bar che espongono l'insegna "Juve Merda", cosi come ha consigliato ad Higuain di non circolare più per la città, tollerando invece i manichini impiccati ai balconi con la faccia del giocatore argentino.

Proseguiamo.

Qualche giorno dopo il fattaccio dell'Under 15, dalle parti di Milano, un tesserato dell'Inter quasi ventenne, Yann Karamoh, non al termine di una partita - magari con l'adrenalina ancora addosso e una tensione da scaricare - ma nel proprio tempo libero, ha pensato di farsi pure lui un video mentre canticchiava l'erudito motivetto "Juve merda" e di postarlo poi , fiero, su Instagram, dove ha subito raccolto centinaia di like e cuoricini.

Qualche ora dopo qualcuno gli ha fatto notare che, forse, aveva fatto una cavolata, e lo ha invitato a pubblicare delle scuse, seppur poco convincenti.

Oserei dire, Pinocchiesche.

"Chiedo scusa alla Juventus, ho ripetuto una frase per errore. Forza Inter!".

Per errore? Quale errore? Karamoh non sapeva cosa stava canticchiando? E pensare che la parola "merda" in francese si dice praticamente come in italiano. Parola da lui esplicitamente abbinata alla Juve, che sicuramente conosce. Eppoi, come chiosa finale, ci ha aggiunto pure un bel "forza Inter!". Vi sembrano delle scuse serie? Bah.

Dopo questa avventurosa arrampicata sugli specchi da parte del proprio giovane (ma maggiorenne) tesserato, l'Inter FC che ha fatto? Nulla. Non un comunicato, nemmeno un cinguettio su Twitter, anche solo per condannare lo spiacevole episodio. Come se la storiella non la riguardasse, quasi fosse una questione privata tra Karamoh e la Juventus.

Cosi come dai banchi del tribunale mediatico nessuno dei tanti severi fustigatori dei quindicenni juventini ha preteso una presa di posizione da parte del club nerazzurro. Niente, silenzio. Va bene così. Anzi, non parliamone manco più, tanto sono solo ragazzate. E Karamoh si è pure scusato. Quindi, che volete ancora?

Storie di casa Inter.

Storie d'Italia.
 

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