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Meno male che Simeone fa giocare male le sue squadre… Il suo Atletico ha semplicemente stritolato, asfissiato, polverizzato quella che in tanti davano come la possibile favorita per la vittoria finale in Champions League. E quasi tutto in un tempo solo, il 2°, quando la Juve è stata di un imbarazzo tremendo. Con errori in sequenza, in area, a centrocampo, dappertutto, ed incapace di creare una sola ripartenza efficace, una manovra decente, un’occasione da rete. Tutto quello che non dovrebbe fare ed essere una squadra che punta a vincere la Champions e, forse, adesso dovrà rimandare questo obiettivo di un altro anno ancora. Una Juve che nessuno si aspettava di vedere così a Madrid. 

Per carità, si devono ancora giocare 90 minuti, ma obiettivamente la vedo davvero dura una remuntada a Torino. Perché servirà una Juve completamente diversa da quella vista al Wanda, dove, aldilà dei 14 tiri e del 64% di possesso palla, la squadra ha costruito una sola occasione da rete: la punizione di Ronaldo nei primi minuti della gara. Stop. Praticamente nulla se speri di poter capitalizzare almeno una rete e giocarti la qualificazione nel ritorno. 

Così aveva detto e si era augurato Allegri nelle giornate di vigilia, lui che stavolta ha messo – e soprattutto lasciato – in campo una squadra sbagliata per almeno 80 minuti. Già priva in mezzo al campo di un tattico come Khedira, ha voluto affidare lo stesso la regia ad un Pjanic influenzato e quindi  debole, molle e messo spesso in difficoltà dal pressing degli spagnoli. Non andava schierato. 

Così come si sarebbe dovuto partire fin dall’inizio con Cancelo terzino al posto di un De Sciglio inadeguato per partite come queste, dove non basta provare a fare il compitino ma servono classe, guizzi, grinta. Allegri lo ha preferito al portoghese perché ha optato per una maggiore copertura difensiva, sbagliando un’altra volta, e privando così la fascia di uno stantuffo in grado di creare superiorità numerica e rifornire le punte, costrette spesso ad andarsi a cercare quei pochi palloni giocabili e non fagocitati dalla ragnatela dei colchoneros.

Così come, visti gli ultimi 10 minuti (più recupero) di partita, sarebbe stato più opportuno mettere fin dall’inizio Bernardeschi capace di dialogare con Ronaldo molto meglio di Dybala, la cui prestazione è stata sufficiente per la prima parte di gara, nella seconda è praticamente sparito. 

Ora tutti a dire che non è finita, e nella filosofia del “finoallafine” ci sta, però il 2-0 del Wanda è sinceramente pesante. Una mazzata non da poco alle velleità europee del club e che inchioda il tecnico alle proprie scelte, e quindi alle sue responsabilità evidenti per questa sconfitta. Che difficilmente molti tifosi digeriranno, a cominciare da quelli (tanti) che già manifestavano insofferenza nei confronti di Allegri nonostante i 13 punti di vantaggio in campionato. Questo 2-0 così netto, dopo una prestazione estremamente deludente nella competizione più importante, potrebbe rappresentare la goccia capace di far traboccare il vaso e sancire la rottura totale tra l’allenatore e quella sostanziosa parte di tifoseria che non lo ama e non lo ha mai ritenuto adeguato per le ambizioni del club. 

A meno di un miracolo, ora come ora – dopo quanto si è visto al Wanda -molto improbabile.