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Graziano Cesari, ex arbitro internazionale, accusa Orsato di protagonismo e parla così al Corriere dello Sport di Juve-Roma: «Vantaggio, ha ragione Orsato? Non scherziamo, non scherziamo. E’ codificato. Ovviamente deve esserci una chiara occasione da rete, non deve esserci nessuno che può ribattere, l’attaccante deve agire pressoché da solo e in perfetta coordinazione. Insomma, il caso di Abraham, l’episodio perfetto per spiegare cosa significhi dare un vantaggio. E il tocco di mano di Mkhitaryan, a meno che non si voglia andare dal dentista, è un movimento naturale di uno che cade e mette le braccia in avanti».  
 
SPIEGARE - «Spiegare mi trova sempre d’accordo, ma il chiarimento tecnico sbagliato c’è stato negli spogliatoi. Quello che ha detto Orsato a Cristante («Vantaggio sul rigore non si dà mai») ti mette con le spalle al muro: cosa puoi dire dopo? O mandi Orsato a spiegare perché hai detto una cosa che non è conforme al regolamento, oppure... Oppure devi avere la forza, la struttura, le capacità per comunicare e far accettare anche un errore. Ma l’AIA non è pronta. Ne parlavo con alcuni miei colleghi, ex colleghi, e dirigenti. Non c’è una figura che possa unire mondo arbitrale, parlo di regolamento, e la comunicazione. In un contesto sociale in cui, tramite social, si comunica qualsiasi cosa, questa assenza è un grande errore». 
 
PROTAGONISMO - «Magari c’entra una certa voglia di protagonismo, vi assicuro che se nel tunnel non si vogliono scocciature, il modo c’è: basta, ad esempio, mettersi i due assistenti ai fianchi e far finta di parlare con loro». 
 
REGOLAMENTO - «Bisogna dare per scontato che ogni arbitro conosca il regolamento alla perfezione, poi magari dice una stupidaggine. Una rondine non fa primavera, l’organo tecnico farà presente che la norma non è proprio quella spiegata da Orsato».  
 
DA DESIGNATORE? - «Mi sarei arrabbiato per la spiegazione negli spogliatoi, mi sarei arrabbiato tantissimo. Da arbitro è un mio diritto sbagliare, certo che si può sbagliare. Ma poi ho il dovere di spiegare perché ho sbagliato e se fallisco in questo dovere, questo fa arrabbiare. E mi avrebbe fatto arrabbiare». 
 
ARBITRI IN CRISI - «Già, il movimento è in crisi, c’è una crisi di vocazione, di arbitri carismatici, di leader che non riescono, cercano di emulare. Ma Gianluca Rocchi è uomo coraggioso, lo era in campo, lo è ora. Non dimentichiamo che nell’ultima domenica, in quattro partite su 10 c’erano arbitri che non conosce nessuno, che insieme non fanno 20 presenze in A. Si è assunto un rischio ma non può fare altro». 

VAR - «Manca la specializzazione. I “tuttologi” (arbitro, 4 uomo, VAR) non hanno ragione di esistere. Fossero degli specializzati probabilmente interpreterebbero il ruolo con più decisionismo e responsabilità». 
 
GIOVANI - «Rocchi ha tracciato quella giusta: credere nei giovani, gli anziani non ci sono più, dove dovrebbe cercare i talenti? Nei giovani. A gennaio vedremo la sua squadra, ne sono convinto. Sta cercando i titolari, purtroppo è costretto a farlo durante il campionato, però è un rischio che si deve correre».