TERRAPIATTISTI - "Tutti devono aspettarsi delle possibili conseguenze per quello che hanno fatto e non possiamo fingere che non sia successo niente. Non puoi fare una cosa del genere e dire semplicemente: 'Sono stato punito perché tutti mi odiano'. I problemi se li sono creati da soli. Ma per me c'è una grande differenza tra le sei società inglesi e le altre: hanno abbandonato l'idea per primi, hanno fatto un passo indietro riconoscendo di aver fatto un errore. Devi essere sicuro quando dici: 'Mi sbagliavo'. Per me esistono tre gruppi in questa situazione: le sei squadre inglesi, poi le altre tre (Atletico Madrid, Inter e Milan, ndr) e infine quelle che pensano che la terra sia piatta e sperano ancora nella Superlega. E tra queste e le altre c'è una bella differenza. Tutti, in qualche modo, saranno ritenuti responsabili".
POPOLO E GOVERNO - "Sono rimasto colpito dalla reazione dei tifosi, dell'intera comunità calcistica e soprattutto dalla società. La UEFA ha fatto la sua parte, come i club che erano dalla nostra parte. Ovviamente il governo del Regno Unito è stato decisivo. Ma la gente ha spostato l’ago della bilancia. Sono assolutamente rimasto colpito dal governo britannico: ho parlato spesso il Primo Ministro Johnson e il Segretario di Stato Dowden in queste 48 ore folli. Erano dalla parte giusta della storia al momento giusto. E questo è mi ha sorpreso".