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Gaetano Castrovilli si racconta. Rivelazione della Fiorentina e della nostra Serie A ha parlato in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, tra mercato e consigli...

Il primo regalo che si è fatto con i soldi del nuovo accordo con la Fiorentina? 
«Ho regalato una casa a mamma Michela e a papà Mario al mio paese, a Minervino Murgia. È stata una sorpresa. Devo tutto alla mia famiglia».

Dove avrebbe giocato se Montella non avesse “ordinato” alla società di non cederla? 
«Forse sarei tornato a Cremona. Lì sono stato bene».

I suoi miti da ragazzino? 
«Ronaldinho e Kakà. Avevo simpatie milaniste, si capisce vero?».

Campioni dal dribbling facile. 
«Dribblare è la mia passione. A volte in allenamento vado a sfidare Ribery. Lui è un artista ma con me è dura».

I più bravi a dribblare? 
«Neymar è il primo nome che mi viene in mente. E in A sono rimasto incantato da Boga».

Come si può battere l’Inter? 
«Con la convinzione. E mettendo in campo più fame. Non sarà facile. Conte ha messo una cattiveria da paura dentro l’Inter».

Chi toglierebbe ai nerazzurri? 
«Troppo facile: Lautaro».

Chi può segnare il gol decisivo per voi? 
«Punto su Chiesa. È forte, forte, forte. Federico è uno che può vincere le partite da solo».


Montella è sotto esame. 
«Ognuno di noi ha attraversato un momento delicato nella vita. E non parlo solo di calcio. Montella ne uscirà. E io darò tutto per lui. Se sono entrato in una favola lo devo a lui».

Quale è la vera Fiorentina: quella che ha fatto soffrire le big o quella inesistente delle ultime giornate? 
«Credo che siamo una buona squadra. Non voglio parlare di salvezza o di 46-47 punti che sono alla nostra portata. Dobbiamo tornare a fare risultato».

Castrovilli e la Nazionale? 
«Come vivere in un sogno. Il giorno della convocazione ho ripensato alla festa per strada dopo la vittoria con la Francia nel Mondiale del 2006. A volte i sogni si avverano».


L’Inter la sta corteggiando. 
«Oggi penso solo alla Fiorentina».


In cosa deve migliorare? 
«Segnare di più e a servire più assist. Devo essere più decisivo negli ultimi metri».