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Il medico della Nazionale italiana, Enrico Castellacci, ha parlato a Radio Sportiva della situazione in cui imperversa il calcio italiano, vittima dello stop per il coronavirus: "Un mese fa sembravo un eretico, purtroppo le cose sono andate come pensavamo che andassero. Io ero reduce dall'esperienza in Cina, forse avevo qualcosa in più da dire. E' andata com'è andata, guardiamo al futuro. Anche a livello sportivo".

RIPRESA ALLENAMENTI - "Parlo con molta franchezza e durezza: ha poco senso voler ricominciare a tutti i costi gli allenamenti, anche frazionandoli cercando di tutelando i giocatori. Sono comunque un rischio. E' tutto fermo, non ha senso etico voler tornare ad allenarsi prima degli altri. Vedo questa data non vicina Chi ha visto portare via le bare da Bergamo non può pensare che il mondo del calcio sia più importante. Non è giusto".

TAMPONI E GIOCATORI - "Non si tratta di fare polemica ma di vedere la realtà in maniera brutale. In ambiente sanitario ci sono stati 5.000 contagiati e 24 morti. Il fatto che si possa privilegiare qualsiasi altre persona rispetto ai soggetti che lottano per noi e con noi non è razionale e giusto".

LA GIORNATA - "I vari staff tecnici hanno stilato dei programmi, dei protocolli molto selettivi e frazionati. Il giocatore, per quello che può fare a livello domiciliare, svolge degli esercizi per mantenersi in forma. Chiaramente non è come allenarsi in campo".

DALLA CINA - "In Cina ne stanno uscendo brillantemente ma tuttora gli allenamenti non sono ripresi. Si pensa alla ripresa dei campionati ad inizio maggio. Con misure dure ce l'hanno fatta, questo ci dà la speranza che vogliamo".