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La notizia della positività di Zielinski ha fatto infuriare tutti. I tifosi della Juventus, in primis, ma anche gli addetti ai lavori: erano uno scenario talmente plausibile che la stessa ASL di riferimento aveva bloccato il giocatore polacco - al pari di Rrahmani e Lobotka, al momento negativi - poco prima della sfida con i bianconeri. Alla fine? La decisione degli azzurri è stata quella di schierare ugualmente i giocatori che avrebbero dovuto restare fuori dalla formazione. 

IL RISCHIO CALCOLATO - Facciamo un passo indietro: perché il Napoli si è preso questo rischio? La società ha agito in base al protocollo della Federcalcio, datato giugno 2020. Secondo quel protocollo, redatto chiaramente in una situazione molto diversa, i non vaccinati potevano spostarsi dalla propria abitazione per motivi di lavoro, a patto di presentare un tampone negativo effettuato entro le 48 ore antecedenti. Zielinski è un non vaccinato? No, ma ha fatto solo due dosi: il suo Green Pass era fondamentalmente scaduto, la copertura di fatto minima. 

DAL PUNTO DI VISTA SPORTIVO - Accertato quest'aspetto, dal punto di vista sportivo il Napoli non rischia nulla: né punti di penalizzazione, né una sconfitta a tavolino. Non ci sarebbero pertanto le basi per un ricorso della Juventus: se anche volesse farlo, rischierebbe di ritrovarsi con nulla di guadagnato, poiché la situazione sguazza in un vuoto legislativo. O meglio: la legge c'è, ma è già datata, considerata l'evoluzione della pandemia. 

IL PARERE - A tal proposito si era espresso l'avvocato Chiacchio, in diretta su Radio Marte: "A mio avviso non ci sono margini. In materia COVID-19 non è stata regolamentata la possibilità di perdita della gara in caso di calciatori non in regola con le normative o addirittura positivi". La Juve potrebbe anche muoversi, ma non esistono solide basi per immaginare una sanzione per gli azzurri. Sanzione che potrebbe arrivare dal punto di vista amministrativo: multa - neanche salata - per il giocatore.