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    Caso scommesse, Zazzaroni difende Fagioli: 'L'ho conosciuto, era malato. Ora è tutto nuovo'

    Caso scommesse, Zazzaroni difende Fagioli: 'L'ho conosciuto, era malato. Ora è tutto nuovo'

    Dopo i più recenti sviluppi del caso scommesse per cui ha già scontato una lunga squalifica, il centrocampista ex Juventus Nicolò Fagioli è tornato al centro della bufera (e delle notizie sulle prime pagine dei giornali). A prendere le sue difese nelle scorse ore è stato il direttore de Il Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni, che si è espresso così sul suo profilo Instagram: "Minacciato da chi reclamava i soldi (milioni), due anni fa Nicolò Fagioli, disperato, confidava a un amico (chat dall'inchiesta): «Se continua così starò sempre in panchina, ma perché è vero, non riesco più ad andare al campo felice... Ma io voglio chiudere tutto per la mia vita. E andare al campo sereno e diventare un giocatore vero, come posso diventarlo senza pensare più a questo errore enorme...». Nicolò era ludopatico, ha pagato con la squalifica, si è curato e adesso insegue una riabilitazione totale. Sul campo e fuori. Io, che radierei il calciatore, l'allenatore, il dirigente, l'arbitro che scommette sul calcio, credo a Nicolò, che ho conosciuto. E gli auguro di riuscire a ritrovare il se stesso migliore".

     

    Zazzaroni difende Fagioli


    Zazzaroni ha poi aggiunto: "L’insorgenza della ludopatia - ho letto - può essere facilitata da diverse variabili, tra le quali l’aspetto genetico, biologico e ambientale. Le vincite al gioco innescano un’alterazione nel funzionamento dei sistemi di gratificazione, coinvolgendo i principali neurotrasmettitori: la noradrenalina crea una sensazione di eccitazione, ricerca del rischio e focalizza l’attenzione solo sul gioco; la serotonina dà un senso di gioia e felicità che spinge il soggetto a continuare a giocare; la dopamina regola i comportamenti legati alla ricompensa. Questi neurotrasmettitori si trasformano e alterano la percezione del gioco, portando il giocatore verso lo sviluppo della dipendenza, poiché l’individuo non riesce più a controllare l’impulso di gioco. Nico era malato. Ora è tutto nuovo".

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