Se, da un lato, è anche possibile capire lo stato d’animo degli operai costretti a vivere ormai da qualche anno nell’incertezza e nella ristrettezza economica, è assolutamente incomprensibile l’uscita “moralista” e codina dell’Associazione per la difesa dei diritti del consumatore i cui dirigenti sembrano vivere in un mondo che non è quello reale.
Sia ben chiaro, non si tratta di un mondo perfetto e neppure per certi versi accettabile. Lo sappiamo perché lo vediamo tutti ogni giorno. Ma è esattamente quello che, generazione dopo generazione, abbiamo costruito noi. Anche il pianeta del pallone dove se accadono eventi che possono creare disappunto e anche rabbia per via degli eccessi i quali contrastano con il buon senso occorre comunque prendere atto che il “sistema” non si è creato da solo e neppure è stato imposto da un dio impazzito.
Allora i casi sono soltanto due. O si fa un passo indietro tutti e tutti insieme per ristabilire una società governata nuovamente dall’etica in senso ampio oppure si accetta con realismo lo status in essere lasciando che ciascun privato i suoi quattrini li spenda come meglio crede.
In caso contrario si fa soltanto del moralismo inutile e di basso livello che con ‘etica non c’entra un bel nulla. Con il risultato che i moralisti di professione finiscono per coprirsi di ridicolo.