L'identica accusa viene ripetuta in riferimento ai tamponi in vista di Torino-Lazio (30 ottobre) e Zenit-Lazio (3 novembre). E non solo: "aver consentito o, comunque, non aver impedito a 3 (tre) calciatori di svolgere, con il restante “Gruppo Squadra”, l’intero allenamento della mattinata del 3 novembre 2020 sino al termine dello stesso, nonostante la loro positività ai tamponi cd. “UEFA”, effettuati, in data 2 novembre 2020 fosse nota al dott. Rodia (MLO – MedicalLaisonOfficer della S.S. Lazio spa); non avere sottoposto all’obbligatorio periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, a far data dal risultato del tampone del 26 ottobre 2020, come previsto dalla Circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020, un proprio calciatore il quale è stato utilizzato nell’incontro Torino-Lazio del 1° novembre 2020; non avere sottoposto al periodo di isolamento, in caso di asintomaticità, di almeno 10 giorni, a far data dal risultato del tampone del 2 novembre 2020, come previsto dalla Circolare Ministeriale del 12 ottobre 2020 un proprio calciatore, e, conseguentemente, per averlo inserito nella distinta gara dell’incontro Lazio-Juventus dell'8 novembre 2020".
I tre calciatori di cui si parla sono Immobile, Leiva e Strakosha. Alla Lazio viene attribuita responsabilità, propria, diretta e oggettiva: i rischi, come sempre in questi casi, spaziano dall'ammenda alla penalizzazione in classifica fino alla retrocessione.