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La posizione in campo di Federico Bernardeschi sembra esser diventato un affare di Stato. Vero e proprio, visto che - al contrario con quanto fatto vedere da Sarri contro l'Udinese - il ct della Nazionale Roberto Mancini si è espresso in merito al suo potenziale inserimento come mezzala anche in azzurro: ​"Bernardeschi deve dare di più. Da esterno ha corsa, qualità nel tiro e può permettersi qualche errore in più. Lì, in Nazionale ha sempre fatto bene" ha detto l'allenatore a La Gazzetta dello Sport, quasi a bocciare chi ha sempre sostenuto che un cambio di posizione in campo avrebbe ridato nuova luce alla carriera di Bernardeschi. E tra coloro che lo hanno fatto, e anche provato, c'era proprio Roberto Mancini. Sia in estate contro la Grecia che in autunno contro il ​Liechtenstein, Bernardeschi è stato conteso tra centrocampo e attacco, con Mancini che non ha smentito quanto anche Allegri pensasse dell'ex Fiorentina. 

Ora però, che la trasformazione sembra essere in atto, dopo il debutto da mezzala con Sarri contro l'Udinese, secondo il tecnico della Nazionale sarebbe meglio rimettere Bernardeschi in fascia. "Ha più possibilità di sbagliare" è anche una giustificazione tatticamente lecita, ma proprio gli errori - e la mancanza di responsabilità - sono stati i fattori che hanno spinto Sarri a meditare un cambiamento. Fattori che in Nazionale, in cui Bernardeschi si sente tra i leader del gruppo, non sussistono. Per questo, probabilmente, per Mancini è meglio sfruttare il talento del bianconero in avanti: eppure, non si spiega come sia possibile che sia stato lui, prima di Sarri, a sperimentarlo in quella posizione. Insomma, controsensi che restano sospesi, con l'Europeo ancora lontano ed un girone di ritorno in cui Sarri ha tutto il tempo per reinventare il proprio giocatore. Mezzala o ala pura, forse, poco cambia: la prerogativa è il recupero di Bernardeschi.