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Ai microfoni di Sky Sport, è intervenuto direttamente dalla Cina Fabio Cannavaro, storico capitano della Nazionale Campione del Mondo nel 2006 e ex anche della Juventus. Cannavaro ha parlato in particolare del suo rapporto con Marcello Lippi, tecnico che lo ha lanciato a Napoli: "Ricordo con piacere Ottavio Bianchi, ma devo molto a Lippi. Mi ha lanciato giovanissimo al Napoli, entrai quasi per caso e poi giocai 26 partite di fila. Poi, ci sono stati i Mondiali. Abbiamo condiviso momenti importanti, ha marcato la mia carriera. Poi, c'è anche Fabio Capello, che alla Juventus mi ha rilanciato e con cui ho vinto anche due titoli".

CALCIOPOLI - "​Quando mi dicono che si è vinto il mondiale grazie a Calciopoli, mi offendo. Quella era una squadra forte, merito della costruzione della squadra di Lippi. Non abbiamo nemmeno fatto catenaccio, perché finivamo le partite con quattro attaccanti. Era una squadra tosta".

JUVE - "Tutti si ricordano del Mondiale, ma io feci due anni alla Juve stratosferici. Poi, il ricordo è finito su quello, ma tutta la mia stagione è stata stratosferica, per questo poi ho vinto anche il Pallone d'Oro"

PASSAGGIO INTER-JUVE - "Ero infortunato, ma la gente stupida poi diceva che lo facevo apposta. Dice “Ah ma era Moggi che lo chiamava perché non giocasse per poi andare alla Juve”. Cazzate. Parole di chi ragiona da tifoso. Chi era all'Inter lo sa, persone straordinarie. La mia esperienza a umanamente è stata fantastica. Chi era all’Inter sapeva e sa quello che ho trascorso per un anno e mezzo e il mio errore è stato di non fermarmi. Avevo nove fratture da stress alla tibia, tra cui una aperta. Ho sbagliato a non fermarmi, ho giocato un anno e mezzo con quella frattura e ho sofferto tantissimo. La cosa che mi dispiace è che dicevano lo facessi apposta per andare via dall’Inter. No, no. Io al club nerazzurro stavo bene, ero consapevole di essere in un grande club e ricordo ancora oggi quando Oriali mi venne vicino e mi disse: “So che stiamo facendo un errore, ma la società ti ha venduto. Dopo tre mesi di lavoro duro con i preparatori e stavo bene, mi stavano vendendo. E lui mi disse: “Sì, ti stiamo vendendo, la società ha deciso così". E mi disse dello scambio con Carini. Io risposi anche che volevo restare. Ma mi disse che l’operazione era già stata fatta e che sarei dovuto partire il giorno dopo. E’ stato un peccato per come è finita. Lì ho trovato persone eccezionali: dal magazziniere fino al cuoco. Mi dispiace perché dopo, alla Juve, non ho saltato una partita. Poi venne fuori una telefonata, che non era neanche mia, ma con il mio procuratore, nella quale chiedevo all’Inter se dovevo andare a giocare l’amichevole o meno. Ma mi dissero di non andare e chiamò Moggi perché il giorno dopo sarei partito per Torino. Quindi poi sono venute fuori, tante cagate…"