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Da titolare della quinta miglior difesa in Serie A a promessa del club campione d’Italia, da sacrificato della Juve a escluso di lusso a San Siro: sono le mille trasformazioni di Mattia Caldara negli ultimi tre mesi. La prossima potrebbe vedere l’ex Atalanta come colonna della retroguardia rossonera e azzurra: questa la speranza del Milan, che coincide con il progetto iniziale di Marotta e Paratici. Negli occhi c’è il futuro, perché il presente racconta un’altra storia.

FIGURACCE E TARANTELLA - Il Milan ha festeggiato ieri i primi punti di questo campionato in rimonta, con la gioia in extremis arrivata contro la Roma. Higuain inventa il filtrante, Cutrone punisce Olsen al 95’ e la panchina rossonera esplode: e a partecipare alla festa c’è anche Caldara, escluso per la seconda volta dalla formazione titolare. “Devo mettere i giocatori nelle condizioni di farli esprimere al meglio, di non fargli fare figuracce”, spiega Gattuso, a ribadire le già annunciate necessità di adattamento del talento classe ’94: “Noi usiamo la linea a quattro, abbiamo metodi diversi e in questo momento bisogna lavorarci”. Sarebbe d’accordo Allegri, che con quello stesso sistema difensivo ha (ri)trovato l’unica costante di questo inizio di stagione: la coppia Bonucci-Chiellini. Ma c’è un’altra convinzione che accomuna il tecnico rossonero e quello bianconero: “Fra due settimane comincia la tarantella di giocare ogni 3-4 giorni”, spiega Gattuso. Ci sarà spazio per tutti, insomma, e il progetto di un Caldara compagno ideale di Romagnoli (al Milan come in Nazionale) non è affatto naufragato.

MALE CALCOLATO - Le prime settimane di Caldara confermano la realtà di uno scambio che ha fatto letteralmente infuriare gran parte dei tifosi bianconeri: un male necessario, più che un’opportunità di mercato. Con il nodo Higuain da risolvere, il Milan ha permesso di sbloccare la cessione del Pipita a cifre congrue e al contempo il ritorno di un difensore “pronto” come Bonucci: il prezzo, doloroso ma calcolato, è la rinuncia al centrale bergamasco. L’addio a Caldara ha poi di fatto chiuso le porte a Daniele Rugani, mai diventato un titolare nello scacchiere di Allegri ma al contempo già avvezzo all’ambiente bianconero e abituato a quella famosa “linea a quattro”: era a un passo dal Chelsea, la Juve per trattenerlo ha rifiutato una cifra superiore ai 35 milioni di euro di valutazione dell’ex Atalanta. Quello che da titolare è diventato promessa, da sacrificato a escluso: e la prossima trasformazione, quale sarà?

In gallery, i numeri della difesa della Juve nelle prime due partite della stagione

@mcarapex