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Circa un anno fa, la Juventus chiudeva l’esercizio 2016-17 con il record di ricavi: 562,7 milioni di euro, primo club in Italia a superare la soglia del mezzo miliardo. Dopo il primato sportivo - ribadito in campo dalla squadra allenata da Max Allegri - era arrivato dunque quello del fatturato, possibile anche e soprattutto grazie alle plusvalenze: 139,8 milioni di euro, più della metà di questi “portati” dalla cessione di Paul Pogba al Manchester United. Trecentosessantacinque giorni dopo, senza il replay dell’affare che ha trasferito il francese ad Old Trafford, i proventi derivanti dalla gestione dei diritti dei calciatori bianconeri sono calati sensibilmente.

BILANCIO IN ROSSO - 72,6 milioni di euro: questo l’effetto economico positivo generato nelle casse bianconere dalla vendita di Pogba. Un volano decisivo per la crescita economica della Juve, che in quella stagione riuscì inoltre ad approdare in finale di Champions League. Un anno dopo, con la squadra di Allegri eliminata ai quarti dal Real Madrid e “minori plusvalenze da cessioni definitive di diritti alle prestazioni sportive di calciatori” (-46,4 milioni di euro), l'esercizio bianconero si è chiuso in rosso di 19,2 milioni di euro. Anche il nuovo bilancio è previsto “in perdita” e sarà, come dichiarato dalla stessa Juve, “fortemente influenzato dai risultati sportivi e in particolare dalla Uefa Champions League”. Ma se è vero che i campioni d’Italia puntano sempre di più sulla Coppa dalle Grandi Orecchie e (anche attraverso il colpo Ronaldo) sull’aumento dei ricavi operativi, lo sguardo finisce inevitabilmente per posarsi sui gioielli della rosa di Allegri.

NUOVI POGBA - Una plusvalenza come quella di Pogba è davvero irripetibile? Numeri alla mano, no. Basti guardare il valore residuo (al 30 giugno 2018) di alcuni campioni sempre corteggiati sul mercato. In prima fila Paulo Dybala, che anche dopo il rinnovo non ha smesso di attirare l’attenzione delle big inglesi e spagnole: la Joya “pesa” 22,2 milioni di euro a bilancio e, in caso di offerta a tre cifre, potrebbe addirittura superare l’amico Pogba. E poi Miralem Pjanic, che prima del rinnovo aveva un valore residuo di 19,6 milioni di euro e (tramite il lavoro di Ramadani) si era già avvicinato a tanti top club. Lui come Douglas Costa (a bilancio per 43,8 milioni), per cui il Manchester City di Guardiola si era spinto a proporre un assegno da 90 milioni. Infine, da tenere sotto controllo le situazioni di altri giocatori già vicini alla cessione e poi rimasti a Torino in attesa di un possibile prolungamento: Daniele Rugani la scorsa estate poteva garantire già quasi 50 milioni di pura plusvalenza, mentre Alex Sandro (valore di carico residuo di 10,5 milioni) non è stato mai perso di vista da PSG e Manchester United. Una Juve mai più “schiava” delle plusvalenze? La società campione d’Italia è al lavoro: ma nel frattempo, il record di Pogba può essere ancora superato.

@mcarapex

In gallery, i bianconeri dal costo residuo più alto sul bilancio 2017-18 (dati al 30 giugno 2018)