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Commissario tecnico della Nazionale femminile dal 2012 al 2017, Antonio Cabrini ha lavorato cinque anni per un movimento che mai come in questa stagione ha mostrato segnali di crescita. Una stagione conclusa in Italia dallo storico double (Scudetto + Coppa Italia) della Juventus Women, in attesa del Mondiale che vedrà protagoniste le azzurre in Francia da giugno. Tra trionfo bianconero e prospettive future, ecco cosa ci ha raccontato in esclusiva:

A che punto è il calcio femminile in Italia?
Quello che vediamo è il risultato di una crescita importante grazie all’impegno di quelli che hanno creduto in questa risorsa, nella possibilità che il calcio femminile arrivasse a certi livelli. E’ chiaro che parliamo dei primi passi, c’è ancora tanto lavoro da fare per raggiungere il livello di altri paesi europei e non solo.

Quanto c’è di Cabrini in questa crescita?
Mi do molto merito, ci ho messo la faccia e certi risultati li ho ottenuti grazie alla costanza del lavoro. Sono soddisfatto, perché la Nazionale attuale è formata da tante ragazze che ho avuto io.

E adesso come vede l'Italia di Milena Bertolini, in vista del Mondiale?
E’ cresciuta mentalmente, ha cominciato a credere nelle proprie possibilità. Adesso c’è una mentalità internazionale, che ha portato le ragazze a qualificarsi. Al Mondiale auguro loro di superare il primo turno, sarebbe un inizio importante. Poi ci sarà da affrontare Nazionali più pronte, ma ho visto un grande cambiamento da parte di queste ragazze.

Impossibile non citare la Juventus tra le protagoniste di questo cambiamento.
La Juve ci ha creduto, ha creduto nella crescita di una squadra femminile all’interno della società. E poi ha ascoltato molti consigli su determinate atlete che poi sono state acquistate. Non voglio prendermi tutto il merito, ma…

Ma?
Quando dalla Juve mi hanno chiesto quali fossero le ragazze più interessanti, ho indicato il gruppo azzurro: ‘Vedrete che i risultati arriveranno immediatamente’. Infatti sono state prese otto calciatrici della Nazionale e l’assetto è rimasto quello.

Quali saranno i prossimi step?
Avere ulteriori squadre al top, che entrino a far parte delle società professionistiche femminili: oltre a Juve e Fiorentina c’è già il Milan che ha fatto una bella stagione, adesso arriverà anche l’Inter. Poi l’arrivo di atlete straniere importanti nel nostro campionato. Infine vedere squadre protagoniste in campo europeo. Ad esempio l’aspettativa della Juve adesso è quella di far bene in Champions League.

Una provocazione: le ragazze della Juve riusciranno a vincere la Champions prima dei maschi?
Non so (ride, ndr). Auguro ad entrambe di arrivare al successo a livello europeo. Però la Champions è sempre un punto di domanda…

Secondo lei, che con la Juve ha vinto tutto a livello internazionale, cosa manca ancora per conquistare la Coppa?
Bisogna crescere al 100% nel momento più delicato della stagione, tra aprile e maggio, quello della fase finale della Champions.

Considera giuste o eccessive le critiche piovute su Allegri?
In quel momento la Juve non era in condizioni migliori, con tante assenze. C’erano dei segnali di allarme, ma quando si parla di un’eliminazione le colpe sono da distribuire a tutti. E’ chiaro che le problematiche si risolvono se hai a disposizione tutta la squadra.

Lei ha esordito nella Juve a 19 anni, adesso il 19enne di cui tutti parlano è Kean: qual è il futuro migliore per lui?
Kean ha la fortuna di giocare in una squadra dove queste situazioni accadono continuamente: intendo la necessità di gestire un ragazzo giovane, perché la Juve sotto questo aspetto è molto inquadrata. Per Kean è l’ambiente giusto dove lavorare, poi è ovvio che dipenderà molto da lui.

E parlando di futuro, dove sarà quello di Cabrini?
Se capita l’occasione giusta per sedermi in panchina, da allenatore la prendo in considerazione. Per il momento però vorrei tornare nel mondo dei maschi, il calcio femminile ancora deve crescere molto. C’è ancora una buona dose di dilettantismo, devono superare questo esame per crescere, non bisogna piangersi sempre addosso come a volte ho visto nei miei cinque anni di gestione.