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C’è una Juve che fallisce. E in modo clamoroso, su tutto il fronte: dai risultati alle idee. E’ la nuova Under 23, un progetto sbagliato dalla testa ai piedi. Portando il nome e la maglia del club bianconero, uno dei primi al mondo anche per organizzazione e capacità di programmare, possiamo tranquillamente dire che la gestione della squadra iscritta al campionato di serie C è inaccettabile.

 

Breve premessa, tanto per ricordare. I grandi club da anni insistono per avere le squadre B, ritenute fondamentali per far crescere i giovani da promuovere poi tra i grandi (molto meglio della Primavera, dicevano). Quando Malagò e Fabbricini, forzando la mano e accelerando i tempi, hanno offerto alle società di serie A la possibilità di creare finalmente una seconda squadra, sono tutte scappate. Da non crederci. Solo la Juve ha detto sì. Abbiamo pensato: sono i numeri uno, sono gli unici già pronti. Macché: lo hanno fatto per dimostrare che sono capaci di realizzare qualsiasi progetto. Stavolta, però, hanno sbagliato. Tutto.

 

E’ sbagliata, in particolare, la filosofia: se i ragazzi della Juve devono crescere in C, perché di giovani davvero validi, con la prospettiva di diventare ottimi calciatori da serie A, in quella squadra non ce n’è praticamente nemmeno uno? I 2000 e i 2001 bianconeri, quelli di maggior talento, sono rimasti in Primavera, a cominciare dal piccolo fenomeno Fagioli, 17 anni, pubblicamente elogiato più volte da Allegri. Ma le squadre B non erano state richieste a gran voce per permettere a ragazzi come lui di confrontarsi con il calcio dei grandi?

 

Pensiamo anche a Kean, 18 anni, zero minuti in stagione con Allegri (ma primo ragazzo del nuovo millennio a giocare in Nazionale): gli fa certamente bene allenarsi con Ronaldo e Dybala, ma nel fine settimana non sarebbe utile spedirlo a mettere un po’ di minuti nelle gambe e a prendere un po’ di botte in serie C?Per carità, meglio evitare, poi magari il suo procuratore Raiola si arrabbia.

 

E allora l’Under 23 della Juve diventa un parcheggio per ragazzi da serie C o da serie D: qualche ’96 e ’97, molti ’98 e ’99, gente di proprietà della Juve e ormai fuori età in Primavera (nella quale di ’99 ne possono giocare solo tre).

 

A completare il quadro, mettiamoci il fatto che hanno dirottato le partite “in casa” ad Alessandria, là dove la Juve non è affatto amata. Così questa squadra con tanti ragazzi di non grande talento gioca in terreno ostile, senza pubblico, lontana dagli occhi di chiunque. E rischia inevitabilmente di retrocedere tanto che, per salvarsi, a gennaio dovrà fare un bel mercato.

 

Un bel progetto, sì: tutto sbagliato.


@steagresti