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Ma di cosa stiamo parlando? Critiche al gioco, all’allenatore, all’attitudine europea della squadra e quant’altro. Ma che senso ha? Nessuno! Non facciamo il gioco di chi vorrebbe vederci affondare e vedere i topi litigare e discutere di tattica, invece di scappare; la nave va protetta e salvata, non diamogli questa soddisfazione.
 
Qual è il fine ultimo di chi scende in campo per giocare una partita di calcio? Vincere, e la Juve ci stava riuscendo. Se c’è un rigore al 95’ questo va fischiato, senza dubbi: poi si tira dal dischetto e vediamo come va a finire. E invece no, oltre al danno la beffa. La chiamata del Var, Pinheiro che si avvicina al monitor e fischia fallo in attacco. Assurdo, nemmeno i giocatori del Nantes ci credevano e questo è tutto detto.
 
Parliamo di una sfida da dentro o fuori, da giocare in 180 minuti. Non una maratona, ma uno sprint. Contesto nel quale a fare la differenza sono soprattutto gli episodi e proprio un episodio, per una volta, stava per premiare la Juventus. Episodio che poi é girato per la sciagurata decisione del fischietto portoghese, contestato anche in patria.
 
La Juventus è più forte del Nantes? Certo. Avrebbe dovuto concretizzare di più le occasioni create? Ovvio. Ci voleva più attenzione sul contropiede che ha portato al gol, all’unico tiro pericoloso dei francesi? E’ chiaro. Però dateci quello che ci spetta, il rigore al 95’ clamorosamente negato, e poi vediamo come va a finire.