SICUREZZA - Eppure quella sicurezza che dà Gigi tra i pali, nessuno mai. Perché è vero che non sono stati interventi decisivi, ma lui c'era. Sempre e comunque. Attento e pronto a ogni situazione, con l'occhio lungo come sapesse già quello che sarebbe successo pochi attimi dopo. Esperienza. E qualità. Basta la sua presenza per dare tranquillità alla difesa e spaventare gli avversari. Gigi si è arreso solo sul rigore di Insigne, che l'ha spiazzato col pallone calciato alla sinistra del portiere. Pazienza, capita.
CHI PARA E CHI NO - Per il resto, tre tiri e tre parate. E mica è scontato. Per informazioni chiedere a Szczesny che fa ancora gli incubi ripensando al derby col Torino. La differenza è tutta lì, nelle tre conclusioni nello specchio della porta: Buffon le ha parate, il polacco no. E Pirlo, in vista dello scontro diretto per la Champions, non si è fidato. Porte girevoli: fuori Szczesny dentro Buffon. L'amico Gigi. "Pensaci te" gli avrà detto Andrea.
AVANTI COSI' - Decisivo, altro che vecchio. 43 anni e non sentirsene neanche 34. La voglia di continuare ad andare avanti da protagonista, continuare a stupire a suon di record e tuffi tra i pali. Il contratto con la Juventus scadrà a fine stagione, il futuro di Buffon è ancora tutto da decidere ma ieri sera ha dimostrato che non ha nessuna voglia di smettere. E che bastano tre parate per vincere una partita.