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Le parole di Buffon a BeIn Sports: “Parlo francese perché ascolto la musica francese. Gioco perché mi sento molto bene, mi sento ancora un portiere forte e penso di essere ancora molto utile ai compagni, lo staff e la società. Per questo ho scelto di tornare a Parma, sapevo di portare valori, emozioni, passione e con queste so che riesco a rendere al meglio. Parma era la soluzione migliore per continuare a rendere ad alto livello.”

REAL MADRID 2018 – Mi ricordo molto bene quella serata e vi dico qualcosa di molto importante. In quella serata c’è stato il momento in cui sono stato più fiero di essere capitano della mia squadra. Quando ci ripenso mi commuovo, perché solo un gruppo forte con coraggio e spirito da guerrieri può pensare di fare la rimonta. Quando siamo andati a Madrid avevamo la forza per ribaltarla. Una sensazione di benessere che non ho provato altre volte, il momento in cui sono stato più orgoglioso di essere il capitano. Poi è finita in malo modo, ma metto da parte le cose che non mi piacciono

PSG – Il calcio è cambiato molto e squadre come il PSG o la Juventus devono adattarsi. Secondo me può essere penalizzante avere un solo portiere titolare. Secondo me una squadra come il PSG ha portieri forti, non ha senso dire uno è titolare e uno è secondo. Non sarebbe giusto per il secondo. Si può dire, a seconda dello stato di forma faccio giocare uno o l'altro. È giusto che ci sia alternanza e tutti e due abbiano un'opportunità. A Parigi ho giocato meno partite di Areola, probabilmente quelle più importanti. Ma ero felice, ero contento di vederlo giocare perché era giovane e talentuoso e aveva l’opportunità di mettersi in mostra. Ma era giusto giocassi anche io perché sono forte".

PASSAGGIO AL PSG – "Un giorno a fine marzo a Torino mi chiedono hai deciso di smettere? Dico di sì, è giusto così. Per scherzare aggiungo, se mi chiamano PSG, Real Madrid o Barcellona magari lo prendo in continuazione. Dopo 20 giorni mi chiama il Sg e ho detto sì. Mi affascinava una squadra con tanta potenzialità in Champions League e questo era uno stimolo importante, in più potevo fare un’esperienza fuori dall’Italia e potevo continuare a giocare a livelli altissimi. Parlando con la mia famiglia ripeto spesso che è un’esperienza che rifarei mille volte, formidabile, ringrazio Parigi, ci siamo arricchiti. Mi sono sentito amato e rispettato dai parigini. Parigi sarà sempre nel mio cuore".

FUTURO – "Fare il ct ha qualcosa che mi piacerebbe, più di fare l’allenatore. Anche in giro per il mondo, magari in Australia, la Francia forse è un po’ difficile. Ho un grande ricordo di Deschamps".