
Buffon: 'Cristiano Ronaldo? Non è come sembra. Io miglior portiere di sempre? Ho un pensiero'
Buffon presenta il suo libro: le parole
LIBRO- "Il libro non è una cronistoria a differenza degli altri libri. Tutti gli eventi cambiano la tua esistenza, la tua vita e la felicità. Ci sono tanti aneddoti che pochi conoscono, perché ho sempre preferito non parlare troppo. Questo è poi il motivo poi di determinate scelte, c’era un qualcosa che non si incastrava bene".
DAL PARMA ALLA JUVE- "Quando avevo 23 anni avevo la maturità di capire che non potevo scegliere. Ho chiesto a mio papà e al mio agente di occuparsi di tutto. Mi è poi arrivato un fax e mi arriva il primo ritaglio di Tuttosport dove diceva ‘ abbiamo il numero 1’".
SI RITIENE IL MIGLIOR PORTIERE DELLA STORIA?- "Devo dire che non amo definirmi il miglior portiere della storia del calcio, sarei troppo presuntuoso e ho tanto rispetto verso tutti i miei colleghi. Insieme ad altri 3-4 abbiamo fatto qualcosa di clamoroso. Queste liti tra chi sia il più forte non mi sono mai piaciute. Record di imbattibilità? Giocavo in una grandissima squadra e avevo grandi compagni in difesa, come Chiellini, ad esempio. (applausi ndr). Prima di superare lui, Barzagli e Bonucci arrivavano stanchi da me. Mi ricordo che con il Sassuolo avevamo rischiato il gol in qualche occasione e non ci eravamo accorti quasi del record. L’attenzione per noi era sulla partita e sulla vittoria".
MESSI- "Mi ha riempito di orgoglio alla finale di Berlino e avevo 37 anni. Quando mi ha chiesto la maglia ho detto tra me e me’ Mamma mia come sei bello!’. Uno dei momenti in cui mi sono sentito non a disagio ma mi sono guardato con occhi diversi. Abbiamo fatto lo scambio con la sua maglia. A fine partita però avevamo altri problemi, non sapendo che qualche anno dopo avremmo avuto un’altra occasione in finale".
POST BERLINO- "Dopo Berlino tornai a casa alle 5 di mattina. Tu sei stordito dalla sconfitta, come dopo una serata di una ubriacatura. Io rimango in salotto, lei si cambia e non ci diciamo una parola. Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto per 5 minuti e poi siamo andati a letto. Condividere le stesse sensazione ed emozioni fa tanto".
CAPITANO- "Mi è capitato spesso di essere capitano della Juve, è una fortuna, ma senza Chiellini, Marchisio e altri ancora, andavo a vedere i carciofi (ride ndr). Grazie anche a loro, al loro supporto e alla società che sono diventato qualcuno".
RIGORI PARATI- "Ci sono alcuni momenti in cui si cerca, quando stai bene, la macchiolina per sporcare un po’. A me dicevano anche che non paravo i rigori. La verità è che ho chiuso la carriera con l 32% di rigore parati, insomma 1 su 3: un’ottima media. Al Mondiale su 4 rigori non ne ho parato nemmeno uno ad esempio, poi però in Champions League o in Supercoppa ne ho parati ma abbiamo perso. Il destino mi ha dato la gioia più grande, come il Mondiale, poi però mi ha fatto patire in altre occasioni e partite. Trezeguet? Una volta fatta la doccia e festeggiato mi sono dispiaciuto e mi sono messo nei suoi panni".
CRISTIANO RONALDO- "Cristiano è una persona, per chi l’ha vissuto, con cui se entri in confidenza e chiaramente fuori dalle telecamere è un ragazzo di grande sensibilità. Ti fa capire il difficile percorso che ha attraversato da ragazzo. Poi mette addosso l’armatura da super uomo per difendersi anche da tutto quello che ha avuto e per far sì che gli altri siano attratti dalla sua figura. C’è uno sdoppiamento di personalità: quando c’è CR7 e quando c’è Cristiano. La qualità dell’uomo mi è piaciuta tanto. Da giocatore: il cinismo e la cattiveria che aveva e che ha non l’ho mai visto in nessuno. Se però Ronaldo supera gli anni, torno a giocare anche io (ride, ndr)".
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