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Gigi Buffon, di nuovo nella fase finale della Champions League. L'ex portiere della Juventus ha parlato in una lunga intervista a La Stampa, spiegando: "Ossessione? Un giorno a carriera finita, vi racconterò davvero il mio rapporto con questo torneo. Di sicuro non è mai stata un’ossessione, ma una grande fortuna: quella di poter giocare a un livello che non ha eguali. Certo, alla Juve le pressioni erano diverse, il tam tam cominciava a settembre e questa aspettativa non ti mollava per tutta la stagione. Al Psg è un obiettivo molto importante ma qui società e tifosi riescono a viverla diversamente".

UNITED - "Tosta ed equilibrata. Al momento del sorteggio avrei detto ottanta possibilità per noi e venti per loro. Ora stiamo a pari, noi siamo senza Neymar e loro dopo il cambio di allenatore hanno infilato una serie incredibile di vittorie. Pogba e il suo scarso rendimento con Mourinho? Non ho mai creduto ai calciatori che remano contro l’allenatore. È più una questione di empatia, l’ho provato anche io in carriera. Paul ora è consacrato, era un ragazzo adesso è un “ometto” con personalità ben spiccata. È il punto di riferimento del Manchester".

PSG - "8 mesi dalla firma? Mamma mia, già così tanti. Sono volati. Sto vivendo un’esperienza molto bella, riprogrammarsi con l’entusiasmo che ci ho messo io ti regala molto. Ti migliora. Mi sono tolto dopo 40 anni da una zona di comfort e rimesso in gioco in campo e nella vita. Magari la gente manco ci crede o pensa che sia una cavolata, ma per me il solo capire una nuova lingua e provare a parlarla mi fa evolvere, mi allarga la mente. Questa è una società in cui si è compreso perfettamente che per essere considerati grandi si doveva dare spazio anche all’immagine. Quindi, oltre all’aspetto tecnico che resta fondamentale, si è data attenzione anche a quanto poteva intrigare l’opinione pubblica mondiale e gli sponsor. In questo senso il Psg lavora sulla propria immagine come nessun altro club al mondo. Perché hanno scelto Buffon? Immagino l’abbiano fatto perché mettessi a disposizione le mie conoscenze, tutto quello che ho imparato in un club unico come la Juve".

COSA HA PORTATO - "Quando entri in un mondo nuovo devi avere l’umiltà di capire che tutto quello che hai vissuto fin lì, anche se è stata la migliore esperienza del mondo, non deve essere imposto altrimenti se ne perdono i benefici. Devi avere pazienza e tolleranza, una goccia di saggezza ogni tanto. Diversamente sembri un despota, i più giovani per un po’ ti seguono e poi ti mandano anche a quel paese".

JUVE - "Mi sento un vecchio amico. Io sono affezionato alla Juve, ci vorremo bene per sempre. Anche il fatto di essersi separati non ha provocato polemiche, c’è grande rispetto e stima. Ho visto il secondo tempo della partita di coppa Italia con l’Atalanta, ecco avrei voluto essere lì per riuscire a dare una mano in qualche modo ai miei ex compagni".

RONALDO - "Impatto previsto? Sì. Ha dato linfa nuova a tutto l’ambiente. Il pres è stato bravo a capire come ci fosse bisogno di una scintilla per riaccendere l’entusiasmo".

ATLETICO - "Se c’è una squadra dura da battere è proprio l’Atletico, ma questa Juve non deve avere paura di niente e di nessuno".

NEYMAR E MBAPPE' - "Sono fuoriclasse. Ney è un talento quasi inarrivabile, se non lo conosci può anche non suscitare simpatia. Invece è un ragazzo persino timido, molto altruista. Ha un lato umano che chi è tifoso non vede, abbagliato dalla stella. E mi chiedo come non abbia ancora vinto il Pallone d’oro, talenti cristallini come il suo ne ho visti davvero pochi. Lui vale Messi e Ronaldo. Mbappé? Ha un entusiasmo e un talento devastante, è sempre sorridente, gli piace scherzare. Ma deve ancora crescere, se vuole essere il migliore al mondo per i prossimi dieci anni deve tener presente che non lo si diventa solo per le doti naturali, ma serve applicazione e senso del lavoro".

FUTURO - "A 41 anni non ho smesso di sognare. E quando sogni è bello vedersi in tante situazioni diverse. Ho bisogno di entusiasmo, l’anno scorso pensavo di smettere e mi ha creato troppa negatività. Per questo io sogno nella mia testa di stare sul campo fino a 80 anni, il nonno in porta con il bastone e con la maglia numero uno. E al tempo stesso immagino che tutto possa finire domani. Non mi pongo limiti, ma so che il conto prima o poi arriverà".