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A E Poi C'è Cattelan, un Gigi Buffon in una versione inedita. L'ex portiere della Juve racconta tutto, ecco le sue dichiarazioni carpite da Sky Sport.

NUOVA ESPERIENZA - “Bene. Sto facendo un’esperienza di vita eccezionale che dovevo fare alla mia età perché secondo me è la vita è un apprendimento continuo. Una persona non si deve mai fermare, è giusto mettersi alla prova e cercare di migliorare apprendendo dagli altri”.

DIFFICOLTA' - “Penso sia una questione di come uno si pone e dell’entusiasmo che metti nell’esperienza che intraprendi. Io sono andato a Parigi convinto di volermi rimettere in gioco come persona e come calciatore e ho trovato quello che cercavo in quel momento. E’ stata ed è tuttora un’esperienza che non mi ha deluso, anzi”.

CIBO ITALIANO - “Beh, il ristorante italiano lo cerco e lo desidero, innanzitutto perché è un modo per colloquiare con altri italiani e penso che quando gli italiani si ritrovano all’estero si sentano molto più uniti. Fanno molto più gruppo”.

CALCIO FRANCESE - “Noi dall'Italia abbiamo una percezione sbagliata del calcio francese, che secondo me tatticamente è meno evoluto di quello italiano, ma è molto difficile dal punto di vista fisico e tecnico. Ci sono tante individualità di un livello eccelso. Ci sono squadre come il Lille e il Lione che in Serie A arriverebbero tranquillamente nelle prime cinque e questo significa che il livello del campionato francese è almeno come il nostro. Se una squadra come il Rennes, contro la quale abbiamo perso la Coppa di Francia ed in campionato è arrivata ottava, in Europa League ha incontrato l'Arsenal e ha vinto 3-1, vuol dire che il livello è alto, visto che poi gli inglesi hanno battuto facilmente una squadra italiana. Questo vuol dire che dobbiamo essere un po' più umili nel momento in cui giudichiamo noi stessi e facciamo dei termini di paragone".

SPOGLIATOIO -  “E’ una bella gara, ma devo dire che Dani Alves e Kimpembe sono due ragazzi che mettono tanto buon umore nello spogliatoio”.

COI GIOVANI - “L’unico metodo per interagire e voler continuare ad essere calciatore e stare in uno spogliatoio così giovane è adeguarsi. Quindi il mio 20% di maturità cerco di metterlo a disposizione di tutti e il restante 80 per cento del mio essere deve essere molto sbarazzino, divertente. Altrimenti non potrei relazionarmi con loro. E non si creerebbe empatia: fare gruppo è un fattore davvero importante”.

SOCIAL - “Li uso, ma con molta parsimonia. Con Mario ci siamo visti a Nizza e poi con il Marsiglia. Nella seconda parte del campionato francese ha dato prova di essere ancora un giocatore molto valido ed ha avuto un comportamento da calciatore serio e maturo e questo fa bene a lui e poi anche in ottica Nazionale".

LE CANNE - “Una volta a scuola, quando ero ragazzino, insieme agli amici c’è stata anche la prova di questa sigaretta modificata, chiamiamola così. Poi però ho ragionato e detto che se volevo fare lo sportivo, dovevo prendermi in carico anche determinate responsabilità. Anche se non è una cosa gravissima, non conciliava con le regole del calcio. Quindi è stata la prima ed unica volta. Non me ne pento perché le cavolate, a volte, capita che se non le fai prima, poi le fai dopo”.

DISTRAZIONI - “Soprattutto quando giocavo nella Juve, quando eravamo in attacco, hai molti momenti nei quali hai anche una sola locandina o pubblicità che passa nei tabelloni a bordo campo ti può portare la testa da un’altra parte, magari portandoti fuori per un attimo dal contesto che stai vivendo. Ed è molto pericoloso per il ruolo che ricopro”.

ANEDDOTI - “Tanti e tanti ricordi, un gruppo fantastico capeggiato da un allenatore incredibile, soprattutto dal punto di vista empatico e morale. Mi ricordo un Rino Gattuso che, con il suo essere verace, prendeva Pirlo e gli dava un sacco di colpi in testa. E lui se ne usciva sempre rintontito e dolorante. Rino? E’ stato un giocatore incredibile, al di là dell’aspetto tecnico, perché portava moltissimi benefici al gruppo e alla squadra. E queste non sono cose tangibili perché magari dal di fuori non si vedono”.

CARISMATICI - “Gattuso, ma anche Fabio Cannavaro, ma anche Materazzi era uno che sapeva creare una bella armonia. In quella Nazionale ce ne erano parecchi”.

IL FUTURO - "Il Paris Saint Germain mi ha proposto un rinnovo e questo mi fa veramente felice e mi gratifica. Ci incontreremo a giorni per guardare dentro a questo progetto e capire se entrambi riteniamo giusto andare avanti".

HOBBY - “Ad esempio potrò dedicarmi a finire la mia collezione di squadre di Subbuteo e specializzarmi in quel gioco che oggi i ragazzi neppure conoscono”.

PIATTI PREFERITI - “Il mio piatto preferito, così come l’amatriciana. Ma se incominci a permetterti il lusso di prendere 10 carbonare all’anno, significa che poi ti permetti 10 bicchieri in più all’anno…tutto fa cumulo e io non posso permettermi di mollare. Quindi al massimo mi concedo due carbonare a stagione”.