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Gigi Buffon racconta la Juve e il futuro bianconero. Dal ritiro di Pinzolo con il Parma, la leggenda bianconera spiega a Tuttosport: «È la prima volta che ritorno qua. È un’esperienza completamente diversa rispetto ai tempi della Juve, dove stavi sempre in camera e non potevi uscire dall’hotel perché all’esterno c’erano dodicimila tifosi. Anche l’arrivo al campo era blindato. Era difficile conoscere e avere consapevolezza del posto in cui ti trovavi. Pinzolo la sto conoscendo ora». 

ALLEGRI - «Nessuno meglio di lui sa interpretare ciò che la gente si aspetta dalla squadra. E nessuno meglio di Max sa come parlare, anche pubblicamente. Se Allegri dice così è perché probabilmente vuole aumentare il tasso di concentrazione in tutti, giocatori compresi. Fin dalla prima partita la Juventus deve essere protagonista. Allegri conosce perfettamente l’ambiente Juve, dove si passa al massimo un anno da non protagonista. Che non significa necessariamente vincere, bensì lottare fino all’ultimo per il campionato. La società si è mossa molto bene e ha costruito una squadra che rispecchia anche di più le caratteristiche dell’allenatore. Sono convinto che Allegri riuscirà a farla rendere meglio e renderà meglio anche lui. Max sa gestire bene i campioni e capire certi momenti della stagione e delle partite». 
 
DI MARIA - «Angel è uno di quei giocatori che hanno avuto la “sfortuna” di far parte di squadre fortissime, composte da tanti campioni. E lui, essendo meno mediatico rispetto ad altri, ne è uscito penalizzato. Ma ce ne sono tanti di esempi così nel calcio. Mi viene in mente Barzagli, uno straordinario difensore reclamizzato meno di altri. Alcuni grandi non sono stati celebrati quanto avrebbero meritato. Ma visto che io li ho vissuti in prima persona, pian piano li racconto... Di Maria è uno di questi. Parliamo di un campionissimo che abbina qualità, fisicità, mentalità, professionalità, capacità di stare nel gruppo e di sacrificarsi per la squadra. Di Maria è il più forte giocatore della prossima Serie A? Sì!». 
 
MESSAGGIO A DI MARIA - «Non l’ho convinto io, queste sono scelte personali. Ho scritto ad Angel soltanto quando la trattativa era in dirittura d’arrivo. Gli ho mandato un messaggio per esprimergli la mia felicità e per dirgli che aveva fatto la scelta giusta perché la Juventus, intesa come società e ambiente, non tradirà le sue attese. Ho sentito Angel felicissimo. Avevamo un ottimo rapporto al Psg: prendevamo il caffè insieme prima dell’allenamento, a volte me lo preparava lui ma capitava anche il contrario. E poi Angel era uno di quelli con cui, assieme a Marquinhos, Dani Alves e a volte Kimpembe, ci trovavamo a lavorare in palestra un’ora prima dell’allenamento». 
 
PAREDES - «Sì, lo vedrei bene nella Juventus. Leandro, oltre che affidabilissimo, è abituato a giocare e a stare in squadre di livello. Può dare una mano». 
 
POGBA - «Mi dispiace per il grande Paul, che ha fatto una scelta giustissima tornando a Torino. Per lui la Juventus è speciale come squadra e come ambiente. Pogba, quando si riprenderà, sarà un avatar in Serie A». 
 
MORATA - «Alvaro si è sempre trovato a meraviglia e vuole un gran bene alla Juve. È un attaccante sottovalutato. Allegri lo sa benissimo, infatti lo rivorrebbe». 
 
DYBALA - «No, perché Paulo aveva il diritto di scegliere dopo l’addio a parametro zero alla Juventus. Quando nelle scorse settimane ho visto che Dybala sarebbe potuto andare all’Inter, alla Roma o al Napoli ho sperato che scegliesse una delle ultime due. Lo speravo per la sua carriera. Paulo aveva bisogno di uno choc emotivo ed ero convinto che soltanto Roma e Napoli glielo avrebbero potuto dare. Glielo ho scritto anche con un messaggio e sono contento di vederlo alla Roma. Dybala, dal punto di vista tecnico, è il migliore della Serie A assieme a Di Maria». 
 
DE LIGT O BREMER - «Mi dispiace vedere De Ligt via dalla Juventus perché Matthijs era il classico giocatore e capitan futuro da Juve per bravura, qualità e carattere. Peccato, però se è stata una sua volontà: amen. Bremer è reduce da un campionato strepitoso, nel quale è stato eletto miglior difensore della Serie A. Il salto alla Juve è grande e magari un po’ di dazio lo pagherà. È successo anche a De Ligt all’inizio. Ma le potenzialità di Bremer non sono in discussione». 
 
KRAUSE COME AGNELLI
- "Il Parma, in questo momento, mi ricorda un po’ la Juventus di inizio ciclo, quando arrivò Andrea Agnelli: dobbiamo consolidarci e prendere consapevolezza. Adesso ho uno stimolo fortissimo: riportare il Parma in Serie A. Per i tifosi e per il presidente Krause, che continua a investire".