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Le parole di Gigi Buffon alla Bobo Tv

CASSANO ALLA JUVE - “Abbiamo provato a portare Cassano alla Juve. Secondo me, lo conoscevo bene e gli voglio bene, con i limiti e le intemperanze. Era un talento talmente brillante che meritava di giocare nella Juve e gli avrebbe fatto bene. Stare insieme a noi l’avrebbe migliorato e gli avrebbe fatto una carriera migliore. Secondo me saresti durato, avevi rispetto di certe persone. Di me, di Giorgio, c’era rapporto di stima. Sei un competitivo, il calcio lo ami e ti piace dare sfoggio del tuo talento. Quando inizi a giocare partite di livello, poi capivi che valeva la pena stare zitto ogni tanto”.

Intervento di Cassano che ad "abbiamo provato", aggiunge: "Sicuramente non Del Piero...". Buffon scuote la testa.

IBRA DI TACCO - "Stavo uscendo di pugni e mi tagliò fuori, tenne l'equilibrio, una cosa incredibile, una magia".

FUTURO - "Il prossimo Mondiale? No! Quel tipo di traguardo l'ho accantonato, la vita ti lancia dei messaggi e li devi sapere accettare, anche se mi dispiace, lo dico col cuore in mano. Per quello che ho fatto, come mi sono speso con tutti, il sesto Mondiale sarebbe stato un traguardo unico. Per due volte abbiamo saltato il Mondiale, ma comunque non mi hanno chiamato".

OGGI - "Ancora adesso posso fare in una stagione 15-20 partite, le posso fare ancora a grandissimi livelli, non ho dubbi su questo, me lo sento. Nel lungo, se devo pensare di ripartire, non durerei neanche 20 giorni. Tutto ha un inizio e la fine".

RITIRO - "Se ho entusiasmo, se credo in certi progetti, posso andare avanti di anno in anno. Nella mia idea c'è di smettere al massimo dopo la prossima stagione, non di più. Sono un competitivo, non voglio essere considerato un numero 2. Sono un insoddisfatto perenne, vado sempre al campo per migliorarmi, una cosa che mi porterà al delirio".

PASSATO - "Ero pazzerello, volevo andare al centro dell'attenzione. Ma c'era la voglia di essere speciale facendo cose virtuose, poi l'ho canalizzata solo lavorando. Sentivo le critiche che facevo nascere, ci ragionavo e non mi piaceva quello che ero. Non ero quello che sono veramente".

IL MIGLIORE - "Un ruolo che non mi piace, che non sento mio. Conosco bene lo sport e il calcio, ho visto in questi anni di aver avuto a che fare con portieri forti. Molti non hanno avuto la mia fortuna e non possono essere stati giudicati come me. Cech era fortissimo, uno dei più forti della storia. Se fossi stato dello Zambia sarei stato lo stesso, ma non sarei stato giudicato il migliore". 

SCELTE - "Alla Juve in B? Solo un matto sarebbe rimasto, per come ero considerato. Le mie scelte mai dettate dal voler vincere. Il Pallone d'Oro? L'ha vinto Fabio e l'ha meritato".

RECORD D'IMBATTIBILITA' - "Quelle cose le fai se giochi in una squadra come la Juve, devo ringraziare tutti i miei compagni e i club dove ho giocato per i traguardi".

ANCORA IN NAZIONALE - "Sarebbe la cosa più sbagliata, bloccherei la crescita di un serbatoio che c'é".

QUANDO SMETTI - "Voglio fare quello che faccio adesso, essere felici con le persone che mi circondano. Del mondo del calcio mi piacciono tante cose, non l'allenatore. Magari mi piacerebbe fare il Direttore tecnico, il ruolo di Maldini é bello e si sono visti i risultati".

PSG - "L'esperienza più bella della mia vita, venir via l'errore più grande della mia carriera. Ho rinunciato a 10 milioni. Volevano far giocare Areola, non riuscivo ad accettarlo. Una cosa così l'avrei accettato solo con il ritorno a casa, alla Juve. E infatti così ho fatto e pure lì era dura. I miei figli ancora mi chiedono perché siamo andati via da Parigi, lì mi sentivo un uomo libero, andavo ai musei, parlavo francese. E poi il livello che c'era lì al Psg non lo vedrò mai più. Il torello che vedi lì, ci rimani. Quello che gli mancava era l'attitudine della Juve. Avevo la sensazione di essere in una squadra fortissima, la partita contro il Manchester il più grosso rimpianto della mia vita. Tra l'altro ho capito quanto é forte Verratti, prima non capivo cosa avesse di così speciale".

TUCHEL - "Poche persone così intelligenti ed è una persona che entra in empatia con lo spogliatoio".

JUVE – “La squadra dove mi sono consacrato a certi livelli. Scelta migliore non potevo fare, mio padre e l’agente mi hanno portato a fare questa scelta, c’erano anche Roma e Barcellona e io stavo per andare al Barcellona. Mi è cambiato il mondo, Parma era il mio mondo di provincia, alla Juve è un’altra cosa. Le pressioni ecc.. I primi 5-6 mesi l’ho patito il modo sabaudo di concepire la vita, poi mi sono abituato e ho capito che è stata la mia fortuna. Un modo di pensare, una professionalità che non avevo prima. Adesso ci sono un po’ di difficoltà ma la Juve sta reagendo da Juve. Avrebbe motivazioni per non fornire certe sensazioni di compattezza che invece dà sempre al di là di come giochi. Mi sembra di capire che tutto il caso ha fatto sentire ai ragazzi di essere accerchiati e provare a sfidare l’ingiustizia. Io seguo le serie minori, ogni tanto la Champions, la Serie A meno”.
 
GIOCO – “Il mister non è uno che pratica o allena il catenaccio, è un allenatore che dà ampia libertà di interpretazione ai giocatori. Se alleno Khedira, Pirlo ecc… posso dare un’infarinatura ma poi loro capiscono come muoversi. Da quel punto di vista si affida al giocatore ed è un modo di vedere il calcio. Un Neymar di turno vorrebbe uno così. Difensivi è sempre stata un po’ la nostra caratteristica, quando dovevamo proporre qualcosa in più si faceva più fatica, ma quando giocavi con squadre forti noi facevamo partite splendide. E’ quello che è successo ieri. Dopo la partita ho sentito il mister e mi è piaciuto, è uno dei pochi che non rompe mai i coglioni, non sta mai a giocare giustificazioni, altri son sempre lì, la prima cosa che dicono è quello. Rende l’ambiente più sano”.

SARRI - "io so cosa non ha funzionato e chi di dovere l'ho detto: non ci siamo! Purtroppo alcune volte per far delle scelte bisogna inimicarsi qualcuno, difendere le scelte, arrivare a mettere delle spalle al muro qualcuno. Secondo me il mister è stato quasi subito, per come si è proposto, lasciato alla mercé dei risultati. Io con lui lo sento ancora adesso, ho un bellissimo ricordo, ho cercato di dargli una mano nel mio piccolo. QUalcosina non ha funzionato ma poteva funzionare".

I PIU' FORTI TECNICAMENTE CON CUI HA GIOCATO - "Pirlo, Totti, Del Piero, Baggio, Cassano, Di Natale".