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Giovanni Branchini, procuratore e agente Fifa, è intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport: 

Dalla Juventus all’Inter, dal Milan alla Roma arrivando alla Lazio e alla Sampdoria, con l’unica eccezione del Napoli, quest’anno l’élite della serie A cambierà allenatore. Perché? 
«Credo che ogni club abbia motivi diversi. Alcuni intervengono per insoddisfazione, altri per fine corsa, altri ancora per cambiare modello e di conseguenza una tipologia di lavoro». 

Il divorzio tra Allegri e la Juventus a cosa è dovuto? 
«Ho sempre pensato che dopo questa straordinaria cavalcata di cinque anni fosse necessario un confronto per valutare un’identità di vedute, che però è venuta meno. Era un atto dovuto da parte di Allegri fare presente il suo punto di vista e le sue necessità. Credo che fino al confronto con Agnelli, Allegri fosse saldamente l’allenatore della Juventus. Poi le cose sono cambiate. E c’è stato lo strappo». 

Sarri è uno dei candidati. 
«Sarri è bravissimo, ma a me risulta strano che il Chelsea prenda Sarri e lo lasci andare via dopo un anno».
 
E allora chi va alla Juventus? Pochettino?  
«Gli allenatori non sono uomini per tutte le stagioni, serve quello giusto per il modello che si ha in mente. Non so chi sarà il dopo-Allegri, ma credo che in Italia ci siano allenatori molto bravi. Uno di cui non si parla tanto è Donadoni. Potrebbe allenare la Juventus, certo, come possono farlo Marco Giampaolo o Simone Inzaghi. La differenza nel calcio la fa chi indovina le scelte. Chi sbaglia meno normalmente ottiene risultati migliori. E la Juve da otto anni è la migliore in assoluto, per le scelte che fa, non solo per chi compra ma anche per chi ha ceduto. Penso a Pogba e Vidal, che sembravano insostituibili. Noi in Italia continuiamo a pensare che basti cambiare un allenatore e due giocatori per svoltare. Invece ci vuole programmazione».
  
Allegri al Barcellona è una suggestione: può far bene? 
«Certo, Allegri può fare bene ovunque» 

Guardiola accostato alla Juventus cos’era? 
«Era da sprovveduti pensare che potesse venire ora, è qualcosa di irreale. Lo vedremo mai in Italia? Io penso di sì, per curiosità e per amore del nostro paese, credo che un giorno lui avrà voglia di misurarsi con il nostro campionato. Non ora, però».