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Borsa, Juventus in calo del 4% ma c'entrano le 'prese di profitto': cosa è successo
Come è andata oggi la Juventus in Borsa
Un arretramento che arriva nonostante la squadra di Igor Tudor, grazie alla vittoria di ieri contro l'Udinese, sia ormai a un passo dalla qualificazione alla prossima Champions League, traguardo che darebbe ossigeno ai conti del club e potrebbe scongiurare un nuovo aumento di capitale, già ipotizzato dalla società.
Per centrare l’obiettivo, ai bianconeri basterebbe una vittoria contro il Venezia nell’ultima giornata, ma anche un risultato favorevole da Roma-Torino e Lazio-Lecce potrebbe essere sufficiente. Il rally della settimana precedente aveva visto il titolo Juventus salire del 28%, toccando quota 3,55 euro venerdì, grazie proprio alla prospettiva di un ritorno nella massima competizione europea.
Che cosa si intende per 'prese di profitto'
La capitalizzazione di mercato del club si attesta intorno a 1,3 miliardi di euro. Nella giornata odierna sono passati di mano oltre 2,7 milioni di titoli, a fronte di una media giornaliera trimestrale di circa 2 milioni. Con l'espressione "prese di profitto" utilizzata in apertura si intende proprio, generalmente, una strategia conservativa attuata dagli investitori dopo una forte crescita dei valori azionari. L'obiettivo, in sostanza, è quello di tutelare la plusvalenza attraverso la vendita di una parte o della totalità degli strumenti finanziari in guadagno.
La giornata in Borsa
Tra gli altri titoli calcistici, segno positivo per la Lazio, che ha guadagnato l’1,47% a 0,83 euro per azione dopo il pareggio contro l’Inter a San Siro. Più in generale, la Borsa di Milano ha chiuso in ribasso: l’indice Ftse Mib ha perso l’1,20% a 40.166 punti, appesantito dallo stacco cedole di 74 società, di cui 24 del listino principale. In controtendenza le Borse europee: Francoforte +0,7%, Londra +0,17%, mentre Parigi è rimasta invariata (-0,04%). Tra i temi macroeconomici, riflettori puntati sul declassamento del rating USA da parte di Moody’s e sulle tensioni geopolitiche, dopo la telefonata tra Trump e Putin sull’Ucraina. Sul fronte valutario, il dollaro resta debole, mentre si attenua la pressione sui titoli di Stato.
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