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Il ritorno di Bonucci dà le stesse sensazioni di una piccola rischiarata dopo un po' di giorni in cui è venuto giù di tutto, compresa un po' di sterilità tattica. Non sorprende che l'ok all'operazione sia arrivata da tutte le parti in causa: un difensore come Leo, nel panorama europeo, non c'è. E carta d'identità a parte, nessuno sarebbe stato più funzionale dell'ex tornato di nuovo innamorato. 

SOLUZIONI - Leo sa che per riconquistare i tifosi dovrà riprendersi subito le sue responsabilità e le sue zolle d'intuizioni: ecco perché nel vernissage di Villar ha già messo a punto il destro e un po' di soluzioni, finora soltanto ostentate in allenamento. Del tipo: con lo scatto di Cristiano o Douglas, i suoi lanci possono diventare devastanti. E sgravare di un po' di pressione il solo Pjanic, che davanti alla difesa nell'ultimo periodo ha oggettivamente fatto fatica, può diventare un doppio pungiglione per una Juve che non smette di battere le ali. 

COESIONE - Bonucci non è arrivato solo per la bravura in marcatura, per il senso della posizione, per l'intesa mai svanita con Giorgio Chiellini (e il resto della difesa): no, Leo è tornato per fare la differenza in impostazione e nella costruzione del gioco. Nell'ultima annata, sgasate dei singoli a parte, non c'era una trama o semplici intenzioni di ordirle: c'era l'andare avanti, quasi per inerzia. Il gioco, con il centrale, può diventare ragionato e più allargato nelle intenzioni. Così si spostano gli equilibri. E così si sposta anche Miralem Pjanic. 

Nella gallery, le prime immagini di Bonucci in bianconero!