commenta
Tra le tante novità della Juventus in questa stagione, c'è un giocatore che rimane imprescindibile: Leonardo Bonucci. Il capitano quando non c'è il capitano (Chiellini), anche se negli ultimi due anni quella fascia al braccio l'ha indossata più lui del compagno di squadra. Sempre lì, al centro della difesa. In campionato e in Champions, in casa e in trasferta, difesa a tre o a quattro. A 33 anni Bonucci è ancora un giocatore al quale la Juve non può rinunciare: passano gli anni e lui è sempre un titolare fisso, cambiano gli allenatori ma Leo non si tocca.

SENZA SOSTA - Sono 13 su 16 le partite giocate in questa stagione, ne ha saltate solo tre: il ritorno col Ferencvaros in Champions e la gara col Cagliari per un problema muscolare, e la sfida con il Benevento nella quale è rimasto in panchina per rifiatare (la gara col Napoli vinta a tavolino, ovviamente, non è da considerare). Oggi sembrava potesse riposare contro l'Atalanta per il recupero di Chiellini, invece no: perché Chiellini non sta ancora benissimo nonostante sia stato convocato per la gara di oggi ("speriamo di recuperare lui e Demiral nei prossimi giorni" ha detto Pirlo) e allora ancora spazio a Leo. Stacanovista. 

L'ASSALTO DI PEP - Sembra ieri quando quella Juve che si stava rifondando prese il centrale che insieme a Ranocchia formava la coppia centrale del Bari. Era il 2010, l'inizio del ciclo vincente dei bianconeri. Bonucci se l'è vissuto fin dall'inizio, da attore protagonista con un colpo di scena nel 2017 col trasferimento al Milan. Un'uscita di scena non prevista dal copione, subito aggiustato con il ritorno a Torino nella stagione successiva. Leo ha fatto parte di un pezzo di storia di questo club, giurando fedeltà massima prima a parole e poi con i fatti, quando ha respinto più e più volte gli assalti di Pep Guardiola. Dieci anni dopo Bonucci è ancora lì, al centro della difesa, a scrivere pagine di una storia infinita.