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All’inferno e ritorno. Sono bastati tre giorni a Leonardo Bonucci per farsi perdonare dai “vecchi, nuovi” tifosi della Juventus, dopo la stagione vissuta con la fascia da capitano del Milan stretta al braccio. Pace sancita dal caloroso saluto della curva dopo la vittoria con il Napoli (con gol pesante) e convalidata da una prestazione da leader (con grande assist) contro lo Young Boys. La verità, però, è che la strada verso quell’abbraccio è stata ben più lunga di quelle 72 ore di gloria.

FISCHI IN APPLAUSI - Il gol contro il Napoli è lo spartiacque. In quella stessa porta aveva segnato sei mesi prima, ma con la maglia “sbagliata”. Almeno agli occhi dei tifosi bianconeri, infuriati - dopo l’addio repentino dell’estate prima - per l’esultanza (l’ormai classico “sciacquatevi la bocca”) con la maglia del Milan. Lo scorso marzo vinse la Juve e perse Bonucci, così come nel replay della finale di Coppa Italia: bordate di fischi per il 19 “traditore”, proseguiti anche in un’estate che l’ha visto tornare da figliol prodigo a Torino. “Sta a me trasformarli in applausi”, la dichiarazione immediata di Leonardo, che ha così evitato i facili proclami già uditi all’inizio dell’esperienza in rossonero (con quello “spostare gli equilibri” diventato in breve tempo parodia). I tifosi lo hanno pizzicato già dall’amichevole di Villar Perosa, poi nella prima uscita di campionato a Verona e quindi nel giorno del nuovo debutto allo Stadium contro la Lazio.Bonucci è andato avanti, tra diversi errori - quattro dei cinque gol subiti dalla Juve vedono lui tra i responsabili - e una convinzione crescente, in un periodo che ha visto anche l'annuncio del terzo figlio. Fino al punto in cui, a vincere, sono stati sia lui che la Juve.

ASSIST AI TIFOSI - Il primo passo è stato compiuto:trasformare i fischi in applausi. Lo conferma lo stesso Bonucci dopo un’altra serata “come ai vecchi tempi”: dopo la rete al Napoli, è arrivato un assist dei suoi per Dybala contro lo Young Boys, un lancio telecomandato di 40 metri da vero regista della difesa. “Però spero un giorno di risentire la curva invocare il mio nome come in passato”, ammette Leo. Come a dire che la strada è ancora lunga, e passa attraverso battaglie ben più ostiche di quella di Champions League con gli svizzeri. Soltanto allora, forse, sarà il momento dei proclami. Soltanto allora, forse, i tifosi potranno dire di aver ritrovato il caro, vecchio Bonucci. Che intanto confessa: “Per loro come per me è stato un anno difficile”. All’inferno e ritorno, la via è tracciata.


@mcarapex